mercoledì 11 gennaio 2017

Vitamina B9 o Acido folico

La vitamina B9, o acido folico, fa parte del gruppo delle vitamine idrosolubili, quelle che non possono essere accumulate nell’organismo, ma devono essere regolarmente assunte attraverso l’alimentazione. La vitamina B9 tende a distruggersi in presenza di calore eccessivo e a disperdersi a contatto con l’acqua.

A che cosa serve la vitamina B9 (acido folico)?

La vitamina B9, o acido folico, è fondamentale per le donne in gravidanza poiché questa vitamina tende a proteggere e favorire lo sviluppo dell’embrione.
La vitamina B9 è anche fondamentale per la sintesi delle proteine e del DNA nonché per la formazione dell’emoglobina. La sua giusta presenza nell’organismo contribuisce anche a prevenire molti rischi alla nostra salute di natura cardiovascolare.

In quali alimenti è presente la vitamina B9?

La vitamina B9, o acido folico, si trova soprattutto in alcuni alimenti come le verdure a foglia verde (lattuga, broccoli, spinaci, asparagi), nel fegato, nel latte, in alcuni cereali e in alcuni frutti come le arance, i kiwi e i limoni.

Qual è il fabbisogno giornaliero di vitamina B9?

Il fabbisogno giornaliero di vitamina B9, o acido folico, è di circa 0,2 mg. Durante la gravidanza, però, le future mamme devono assumerne una quantità doppia dal momento che il feto utilizza le riserve materne di acido folico.

Carenza di vitamina B9

La carenza di vitamina B9, o acido folico – derivato da abuso di alcol, dall’insorgenza di alcune patologie come il diabete mellito insulino-dipendente e la celiachia – provoca una produzione ridotta di globuli rossi nel sangue, con conseguente sorgenza di anemia.
La carenza di vitamina B9, o acido folico nelle donne in gravidanza può avere effetti negativi sul corretto sviluppo del sistema nervoso del feto. In alcuni casi una carenza elevata di acido folico può provocare la nascita di bambini prematuri e con la spina bifida.

Eccesso di vitamina B9

È difficile si verifichino problemi di salute dovuti a un eccesso di vitamina B9, in quanto le quantità oltre i limiti presenti nell’organismo vengono presto espulse attraverso le urine.
Si possono però registrare alcuni casi di sovradosaggio rivelati da sintomi come la comparsa di tremori, nervosismo immotivato, reazioni allergiche e accelerazione dei battiti cardiaci. Altissime dosi di acido folico nel sangue potrebbero cagionare problemi ai reni, ma anche questa è una possibilità molto remota.

È vero che la vitamina B9 contribuisce alla trasmissione dei caratteri ereditari?

Sì, è vero, perché l’acido folico, o vitamina B9, contribuisce alla costruzione del DNA, l’acido nucleico che contiene le informazioni genetiche che corrispondono al colore degli occhi, ai tratti somatici, al colore dei capelli, alla struttura fisica che ogni individuo riceve in genere in “dono” dai propri genitori.

martedì 10 gennaio 2017

Escolzia o papavero californiano.

Escolzia, Escholtzia californica, detto anche: papavero californiano. Questa bella pianta della famiglia dei papaveri è originaria della California. Fu introdotta in Europa nel XIX secolo, come pianta ornamentale. I suoi numerosi fiori colorano di giallo arancio la regione della Camargue, nella Francia del Sud, dove ormai si è acclimatata.
La pianta del sonno riparatore; solo recentemente, diversi studi scientifici hanno dimostrato la presenza di un ipnotico naturale della famiglia degli alcaloidi, la californidina, che presenta il vantaggio di non provocare assuefazione. Questo composto esercita un effetto benefico sulla qualità del sonno in fase di addormentamento ma anche sui risvegli notturni e in fase di incubi. Sedativa, senza essere narcotica, la pianta è perfettamente tollerata, in particolare dai bambini, nei quali calma l’agitazione che, in taluni precede il sonno. Ansiolitico naturale, l’Escolzia combatte lo stress e permette di ridurre il nervosismo che è alla base dei disturbi del sonno, sia per i bambini sia per gli adulti. Questa pianta può perfettamente sostituire gli ipnotici senza effetti di assuefazione, tossicità effetti secondari, particolarmente nei risvegli notturni. Grazie alle sue virtù antispasmodiche, è indicata per attenuare i dolori o i crampi che accompagnano i disturbi del sonno. Infine, questa pianta è indicata alle persone con psoriasi dovuta a casi di shock emozionale e ansia.
Effetti collaterali e controindicazioni
L’assunzione è sconsigliata in quei soggetti che si sono già rivelati ipersensibili alla pianta o a rimedi dalle proprietà simili, perché può ovviamente indurre reazioni allergiche anche gravi, tra cui lo shock anafilattico. Inoltre, la pianta è caldamente sconsigliata a tutti quei pazienti già in cura con farmaci ad azione diretta sul sistema nervoso centrale, come antidepressivi, ansiolitici e benzodiazepine, barbiturici, sonniferi e antispasmodici, a cui si aggiungono anche gli antistaminici perché capaci di indurre il sonno. Si tratta di una precauzione da tenere sempre in debita considerazione, poiché l’escolzia potrebbe aumentare imprevedibilmente gli effetti di questi medicinali.
Per ulteriori informazioni, ti aspetti in Via Garibaldi, 91 ad Alberobello (BA) presso #erboristeriacantoro 

lunedì 9 gennaio 2017

Olio del Re prodotto da Zuccari.

®Dalla tradizione Aromotecnica® di ZUCCARI, una speciale linea a base di oli essenziali 100% puri, naturali e attivi appositamente scelti perché in grado di aiutare tutta la famiglia a ritrovare equilibrio e benessere.
Alla nostra nascita la respirazione è rotonda, (ossia senza interruzioni),ma durante il processo di crescita le problematiche quotidiane possono spezzarne il ritmo causando una minore ossigenazione che influisce sul benessere psico-fisico e su tutte le funzioni vitali. È proprio attraverso la respirazione infatti che il nostro corpo ci segnala disagi di natura fisica (malanni di stagione, allergie) o psicosomatica (quando ci troviamo in situazioni ansiogene, la prima cosa che ci manca è il respiro).

Gli oli essenziali contenuti nei prodotti della Linea Olio del Re® rappresentano un bouquet aromaterapico in grado di favorire il benessere. I singoli elementi sono stati selezionati accuratamente e successivamente estratti dalle piante mediante una delicata corrente di vapore per mantenere inalterati i principi attivi.
La formula originale di Olio del Re® GOCCE PURE, tanto amata dai consumatori, è una purezza naturale di Menta arvense, Mirra, Cajeput, Incenso e Pino silvestre. Questa è alla base dei nuovi prodotti che vanno ad arricchire la linea, ciascuno di loro caratterizzato da attivi specifici.
La linea offre un sollievo immediato: grazie alla sinergia dei prodotti della linea è possibile ritrovare nella quotidianità equilibrio e benessere, mitigando gli effetti dello stress e vivendo in un’atmosfera più serena grazie all’aromaterapia.
Zuccari Olio del Re Dolored Balsamo Testa 25 ml, a base di principi attivi naturali, genera una piacevole sensazione di freschezza aprendo il respiro. La sua texture di facile assorbimento favorisce il massaggio e la penetrazione degli attivi proprio dove serve.

Dolored Balsamo Testa è utile in caso di:
•Tensioni alla testa
•Stress
•Affaticamento
•Indolenzimento alla base del collo
•Sensazione di poca lucidità
•Stanchezza
•Malanni Stagionali

I principi attivi principali, che favoriscono la distensione e il benessere delle zone contratte o indolenzite, sono:

Arnica , Artiglio del Diavolo, Yucca, Estratto di Salice. Oli essenziali di Menta Arvense, Pino Silvestre, Cajeput, Mirra, Niaouli, Incenso.
Uso
Massaggia una piccola quantità di prodotto con movimenti circolari, fino a completo assorbimento sulle tempie. Con indice e medio distribuire il prodotto sulla fronte, dal centro verso l’esterno. Ripetere lo stesso movimento sulle guance, dalla base del naso verso l’esterno. Massaggiare quel che resta sulla nuca. Ripetere più volte al giorno in base alle proprio esigenze.

Privo di petrolati, oli minerali e profumazioni di sintesi.
Zuccari Olio Del Re DoloRed Unguento Corpo 100ml 

Massaggio corpo, schiena e gambe

L'unguento corpo della linea DoloRed nasce dalla sensazione di attivi naturali, combinati con sofisticate tecniche di produzione in una texture di facile assorbimento

La sua formula priva di petrolati, oli minerali e profumazioni di sintesi è infusa in una texture che genera un piacevole calore e favorisce il massaggio, con conseguente penetrazione degli attivi nell'area di specifico interesse

Dall'esperienza olio del re, la tua scelta naturale per ritrovare il sollievo e la libertà con un piacevole massaggio sulle zone più sollecitate dal movimento. L'unguento corpo è ideale per ottenere un rilassante effetto caldo

Cosmetico per uso esterno. Non utilizzare su cute lesa o irritata

Modo d'uso: Preleva un'idonea quantità di prodotto, massaggia con movimenti circolari per favorire il riscaldamento degli oli essenziali permettendo la penetrazione degli attivi, continua a massaggiare fino a completo assorbimento

In caso si voglia velocizzare il processo di riscaldamento può essere utile coprire la parte con una fasciatura idonea

sabato 7 gennaio 2017

La propoli: un derivato dell'alveare.

La propoli è una sostanza resinosa che le api raccolgono dalle gemme e dalla corteccia delle piante. Si tratta quindi di una sostanza di origine prettamente vegetale anche se le api, dopo il raccolto, la elaborano con aggiunta di cera, polline ed enzimi prodotti dal loro stesso organismo. Il colore può variare moltissimo nelle tonalità del giallo, rosso, marrone e nero. L'odore è fortemente aromatico
Le proprietà terapeutiche
Purtroppo non tutti i flavonoidi presenti nella propoli esplicano un'attività batterica evidente. Mentre la galangina e la pinocembrina inibiscono anche a basse concentrazioni la crescita di numerosi microorganismi altri flavonoidi risultano essere biologicamente meno attivi.
In conclusione si può affermare che i preparati a base di propoli se impiegati alle giuste concentrazioni presentano le seguenti proprietà.
Proprietà batteriostatiche e battericide
Numerose sperimentazioni  hanno dimostrato sia in vivo che in vitro la capacità della propoli in soluzione alcoolica alla concentrazione dal 10 al 20% di inibire lo sviluppo di vari ceppi batterici Gram positivi (Escherichia coli, Proteus vulgaris, Mycocter¡um tubercolosis, Bacillus alvei, B. alvei, B. larvae, B. subtilis e numerose salmonelle ). Tali proprietà possono essere più o meno evidenti a seconda della presenza nella resina di acido benzoico, acido ferulico, galangina e pinocembrina le cui proprietà antibatteriche anche a basse concentrazioni sono da tempo note
Proprietà fungicide
I preparati a base di propoli sono risultati particolarmente attivi contro infezioni da Candida, saccaromiceti, tricofili, e microspori in grado di provocare numerose affezioni parassitarie (micosi) sull'uomo e gli animali. Tale azione sarebbe dovuta  alla presenza di acido caffeico, pinocembrina, pinobaucsina e benzii-p-cumarolo. Inoltre svolge azione fungicida anche nei riguardi di alcuni funghi che attaccano il mondo vegetale.
Proprietà antivirali 
La propoli svolge un'azione di inibizione nei confronti di alcuni tipi di herpes, il corona virus e circa 10 tipi di infezioni virali. Tale proprietà sarebbe dovuta essenzialmente alla sua frazione idrosolubile.
 
Proprietà cicatrizzanti
Da sempre la propoli è stata impiegata sotto forma di unguento come cicatrizzante grazie alla notevole capacità di stimolo della rigenerazione dei tessuti in caso di ferite e piaghe.
 
Proprietà immunostimolanti 
L'impiego della propoli potenzierebbe l'azione dei vaccini (come quelli contro il tifo e paratifo) come evidenziato da numerosi studi effettuati sui vitelli.
Proprietà vasoprotettiva
Sempre grazie aviazione dei flavonoidi che costituiscono il cosiddetto 'fattore P' la propoli svolgerebbe un'azione di prevenzione della permeabilità e fragilità capillare.
Proprietà antiossidanti e antiirrancidenti 
La presenza di fenoli consentirebbe l'impiego della propoli anche nella conservazione dei grassi e degli alimenti in genere in sostituzione degli additivi chimici.
Oltre a queste proprietà la propoli assunta per via interna migliorerebbe la secrezione dei succhi gastrici, è diuretica, favorisce l'assimilazione della vitamina C, funge da antisenile per l'effetto antiossidante e attivante dei complessi enzimatici.
Attualmente il suo maggior impiego rimane comunque quello esterno come disinfettante, cicatrizzante e lenitivo, attraverso soluzioni, unguenti e pomate. L'uso interno è ancora limitato al livello sperimentale anche a causa delle maggiori implicazioni e della difficoltà di utilizzare preparati titolati.


Controindicazioni
Fino ad oggi non è stata registrata nessuna significativa controindicazione nell'uso della propoli ad eccezione di alcuni casi di Ipersensibilità e di sensibilizzazione manifestatesi in soggetti tendenzialmente allergici, manifestazioni messe in relazione all'abbondante presenta di allergeni nelle resine delle piante da cui le api traggono la propoli.


giovedì 5 gennaio 2017

Oro, Incenso e Mirra: i doni dell'Epifania.

Oro, incenso e mirra sono i tre doni dei Magi al Bambino Gesù. Sono tre doni dal significato simbolico (oro per la regalità del Bambino nato; incenso a ricordare la sua divinità; mirra, usata per la mummificazione, per parlarci del sacrificio e della morte dell’uomo Gesù), ma sono anche tre rimedi medicamentosi.
 
INCENSO - L’incenso, conosciuto soprattutto per il suo uso durante le cerimonie religiose e funebri, viene estratto dalla Boswellia, pianta dell'antica medicina ayurvedica. Diverse ricerche (fondamentale quella di Edzard Ernst, pubblicata sul British Medical Journal nel 2008) ci hanno confermato la presenza in questa resina di numerose sostanze chimiche dotate di attività antinfiammatoria. La Boswellia si utilizza ormai da molti anni, ottenendo buoni benefici, nei pazienti con colite ulcerosa, Crohn o altre malattie croniche a carico dei bronchi come delle articolazioni. È ben tollerata e consente anche di ridurre il consumo di farmaci.
 
MIRRA - La mirra tra i doni dei Magi è forse la sostanza più misteriosa, molti neppure sanno cosa sia. Si tratta di una resina ricavata da una pianta tipica di penisola arabica, Mesopotamia e India (le stesse zone dove è d’altronde presente anche la Boswellia). Nell’antichità si usava soprattutto per aromatizzare e conservare le mummie. Il primo lavoro scientifico italiano sulla mirra è stato pubblicato 15 anni fa, su Nature, da Piero Dolora e dai suoi collaboratori del Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Firenze, che hanno ben studiato il meccanismo di azione di alcune sostanze chimiche, presenti in questa resina, sui recettori per gli oppioidi, spiegandone così le capacità analgesiche. L'uso tradizionale, confermato da prove cliniche più recenti, ci consente di sfruttarne pienamente non solo le proprietà analgesiche, ma anche le capacità antinfiammatorie e antisettiche - provate da altri studi scientifici - che si rivelano particolarmente utili nella cura di gengiviti, afte, peridontopatie e nella terapia di ferite e ulcerazioni cutanee. In Arabia Saudita la mirra viene ancora oggi utilizzata per la cura e la protezione del piede diabetico. Ma mirra e incenso sono stati utilizzati fin dall'antichità come rimedi curativi non solo da singolarmente, ma anche insieme. Il «Balsamo di Gerusalemme», che per la sua attività antinfiammatoria è entrato a far parte di molte recenti farmacopee, è stato formulato, proprio grazie a queste due resine, nel 1719 nella farmacia del monastero di San Salvatore, nella città vecchia di Gerusalemme.
 
ORO - E l’oro? Se si fosse trattato veramente del prezioso metallo potremmo limitarci a dire che l'oro ha avuto un posto di rilievo nella recente storia della medicina, per la terapia di fondo dell'artrite reumatoide. Ma, invece che di oro, poteva trattarsi della preziosissima polvere di Curcuma, color oro appunto, proveniente sempre dall’Oriente, pregiata sia in cucina, sia nella medicina. Oggi sappiamo che la Curcuma è preziosa perché contiene sostanze antiossidanti particolarmente attive contro i fenomeni infiammatori cronici e nelle varie tappe della trasformazione cancerosa delle cellule. Usata nella pratica clinica su pazienti affetti da psoriasi e da infiammazioni croniche intestinali o reumatiche, la Curcuma suscita sempre maggior interesse tra i ricercatori perché si è visto che può migliorare la risposta di alcuni tumori ai farmaci chemioterapici. Un esempio, tra i tanti, che ci consente oggi di parlare di medicina integrata, piuttosto che di medicina alternativa.
 
Grazie a Fabio Firenzuoli Direttore Centro di Medicina Integrativa ospedale Careggi, Università di Firenze


mercoledì 4 gennaio 2017

Alitosi: cause e rimedi.

L'alito cattivo (alitosi) è un problema piuttosto comune. L'alitosi è una condizione in cui l'alito che fuoriesce dal cavo orale è caratterizzato da odore sgradevole. Ciò può causare imbarazzo, difficoltà nella vita di relazione e, ad alcune persone, problemi psicologici anche gravi.
 
In condizioni normali l'odore del cavo orale può registrare delle variazioni nella sua intensità e tipologia in funzione di alcune variabili quali l'età, il sesso, le abitudini alimentari, l'orario della giornata.
 
L'emissione di odore sgradevole dal respiro (generalmente dalla bocca ma a volte anche dal naso) al risveglio, così come dopo un pranzo o una cena particolarmente "saporiti" è una cosa normale e non necessita di particolari accorgimenti. Infatti, durante la notte, quando la produzione di saliva diminuisce e i movimenti della bocca sono molto limitati, il processo di decomposizione batterica, principale responsabile dell'alitosi, è ulteriormente potenziato.
 
Anche un pasto particolarmente abbondante oppure a base di alimenti come aglio o cipolla facilmente provoca alitosi: questi alimenti sono ricchi di composti volatili dello zolfo che vengono eliminati attraverso le vie respiratorie.
 
In altri casi, l'alitosi può essere dovuta a periodi prolungati di digiuno: questa condizione riduce anche la produzione di saliva, un importante meccanismo di autodetersione della bocca.
 
Se tuttavia l'alito cattivo è persistente e continuo le cause potrebbero essere diverse (dentali e/o gengivali, digestive o respiratorie).
 
Quali sono le cause?  
 
La causa principale dell'alitosi è una scarsa (o inappropriata) igiene orale, che comporta la formazione della placca batterica, composta da milioni di batteri che proliferano sulla lingua e sui denti. I batteri reagiscono con i residui di cibo e, attraverso una reazione chimica di decomposizione, liberano gas (solfuri) che conferiscono un caratteristico odore di zolfo all'alito.
 
La placca batterica, inoltre, col tempo si trasforma in tartaro, a sua volta responsabile di infezioni del cavo orale, come parodontiti e gengiviti a loro volta causa di alitosi.
 
Altri fattori che possono contribuire all'insorgenza di alitosi sono il tabagismo (sigarette, pipa, sigaro, tabacco da fiuto o da masticare) e l'assunzione di determinati farmaci, fra cui alcuni antidepressivi, antistaminici, antipertensivi, diuretici, ansiolitici poiché possono ridurre la produzione di saliva.
 
Più raramente, l'alitosi può essere provocata da disturbi che interessano l'apparato digerente (gastrite, dispepsia, reflusso gastro-esofageo, ernia iatale) o l'apparato respiratorio (sinusite, rinite cronica, tonsillite). In tutti questi casi è necessario consultare il proprio medico.
 
 
Quali sono i rimedi?   
 
Una scrupolosa igiene del cavo orale è il primo intervento per combattere l'alitosi: utilizzare il filo interdentale almeno una volta al giorno e spazzolare accuratamente i denti dopo ogni pasto.
 
E' importante dedicare qualche minuto anche alla pulizia della lingua, soprattutto a livello del terzo posteriore, dove la proliferazione batterica è maggiore e dove è più difficile la rimozione naturale della placca per la presenza del palato molle. Per questa operazione può essere utilizzato un normale spazzolino a setole morbide oppure particolari raschietti che permettono l'asportazione meccanica della placca (es. puliscilingua).
 
Se non è possibile lavare i denti dopo il pasto, almeno sciacquare la bocca e masticare un chewing-gum senza zucchero, che aiuta ad asportare gli eventuali frammenti di cibo in superficie e dagli spazi interdentali.
 
L'impiego regolare di collutori a base di sostanze ad azione antisettica (es. alla mirra o alla propoli), facendo gargarismi per almeno 30 secondi, consente di migliorare la situazione, anche se l'effetto è piuttosto breve (qualche ora al massimo), con un'alta variabilità da persona a persona.
 
Cercare di limitare il consumo di cibi noti per essere in grado di provocare alitosi come cipolle, aglio, certe spezie, peperoni, carni affumicate, alcuni pesci, alcuni formaggi e bevande come caffè, birra, vino e alcolici.
 
Chi ha problemi di secchezza della bocca (xerostomia), qualora le cause non possano essere rimosse, può trovare giovamento bere più spesso.
 
E' consigliabile eliminare o ridurre il consumo di tabacco.
 
Per i portatori di protesi fisse (o ponti) e apparecchi ortodontici, ecc. può essere utile l'impiego di irrigatori orali, particolari apparecchiature che, grazie ad un getto d'acqua, permettono la pulizia degli spazi interdentali difficilmente raggiungibili.


martedì 3 gennaio 2017

Cardamomo e digestione

Il CARDAMOMO è una pianta originaria dell’India dove viene largamente utilizzata per preparare una composizione di spezie chiamata Curry (da non confondere con la pianta di curry) dalle straordinarie proprietà curative per l’apparato digerente.
Oltre ad essere un ottimo ingrediente in cucina per aromatizzare i piatti, con il cardamomo si prepara un olio (l’olio essenziale di cardamomo) che viene utilizzato in caso di mal di stomaco. E’ sufficiente mescolare 1 cucchiaino di olio di mandorle dolci con 4 o 5 gocce di olio essenziale per ottenere un unguento che spalmato e massaggiato all’altezza dello stomaco, regala immediato beneficio in caso di dolore. Dopo il massaggio applicare un panno caldo sulla parte.
In cucina i semi di cardamomo vengono aggiunti alla pentola dove vengono fatti cuocere broccoli, cavoli, verze, cavolini di bruxelles per attenuare il fastidioso effetto di gonfiore che questi cibi causano dopo averli mangiati.
Il cardamomo viene usato come infuso contro la tosse e come antidepressivo, risolve i problemi del metabolismo lento e aiuta a smaltire i grassi in eccesso.
Lo si trova in semi ma nella sua terra di origine vengono venduti i baccelli al cui interno i semi si conservano meglio.
In Iran e in India il cardamomo è usato per curare l’infezione ai denti e alle gengive, le congestioni ai polmoni, le infiammazione delle palpebre e contro i calcoli biliari.
Ne esiste una varietà nera che nella medicina tradizionale tibetana cura non solo il mal di stomaco ma anche la stitichezza e la dissenteria.
Uniche controindicazioni: non usare se si è affetti da calcoli alla colecisti, patologie alla cistifellea e se si è particolarmente sensibili visto che ha un effetto stimolante.
Il Cardamomo, la terza spezia più cara al mondo dopo zafferano e vaniglia, era conosciuto in tutto l’oriente, prevalentemente in Iran e India, per i suoi poteri afrodisiaci e per le sue indiscusse doti gastronomiche molto apprezzate anche in Scandinavia, dove è utilizzato nei dolci e per aromatizzare il vino e i punch.
Chai
Una piccola ricetta per accogliere gli ospiti, sia in inverno sia in estate, per meditare da soli con un buon libro, per passare un pomeriggio di chiacchiere o, secondo la tradizione, per "incantare" il principe o la principessa dei nostri sogni: ecco come preparare il Chai, il tè indiano più famoso al mondo.
Ingredienti per due persone: due tazze di latte, una tazza di acqua, tè nero, 3 o 4 baccelli di cardamomo, mezza stecca di cannella, zenzero fresco, q.b, qualche seme di anice, chiodi di garofano (pochi), zucchero ( possibilmente scuro)
 
Preparazione: mettere in un pentolino l’acqua, il cardamomo (si mette il baccello leggermente aperto), lo zenzero e tutte le altre spezie e dopo un paio di minuti aggiungere il tè (la dose dipende dalla tipologia di tè, ma in media un paio di cucchiaini) – quando inizia a sobbollire aggiungere il latte e lo zucchero, quanto basta, ma senza ristrettezze – far sobbollire per15 min. circa e servire.