lunedì 31 ottobre 2016

Il vin brûlé

Il vin brûlé, che significa vino bruciato, è una deliziosa e aromatica bevanda, che va servita calda; preparata con vino rosso corposo, spezie, agrumi e zucchero, è corroborante, riscaldante e disinfettante, per questo viene adottata come cura contro il raffreddore, ed è molto usata nelle zone montane, dove il freddo è più accentuato.
In caso di raffreddamento occorre stimolare il corpo a reagire con meccanismi di riscaldamento che attivino la traspirazione, in modo da alleviare i sintomi del raffreddore e della tosse. Il vin brulè è consigliato per prevenire o contrastare diverse forme di raffreddamento. Ciò grazie all'azione antivirale dei tannini, elementi naturali costitutivi del vino, derivati dalla macerazione dell'uva, all'effetto della cannella, fortificante per il sistema immunitario, dei chiodi di garofano antibatterici e delle scorze di limone dal potere balsamico e antisettico. Ma perché l'azione preventiva o curativa del vin brulè sia efficace, è necessario berlo molto caldo, facendo attenzione a respirare anche i vapori sprigionati dal liquido bollente. Bevuto poco prima di coricarsi favorisce la sudorazione e riduce il decorso del raffreddore: aiuta infatti a fluidificare ed espettorare il muco.

Il vin brûlé è conosciuto e apprezzato in tutto il mondo: la sua preparazione è semplice e veloce e nonostante nei supermercati vengano vendute delle confezioni di spezie già pronte per l’uso, non è assolutamente difficile prepararlo in casa secondo i vostri personali gusti.
Ingredienti (ricetta di GialloZafferano)i:
- Vino rosso corposo 1 litro
- Cannella 2 stecche
- Zucchero 200 g
- Chiodi di garofano 8
- Limoni non trattati 1
- Arance non trattate 1
- Noce moscata 1/2 grattugiata al momento
- Anice stellato 1
Preparazione
Per preparare il vin brûlé preparate tutte le spezie che vi serviranno per la preparazione, quindi tagliate sottilmente la scorza del limone e dell’arancia, senza prendere anche la parte bianca, che renderebbe amara la preparazione.
In un tegame di acciaio dai bordi non troppo alti, versate lo zucchero, unite la scorza degli agrumi, le spezie e in ultimo versate il vino rosso corposo.
Ponete la pentola sul fuoco e portate lentamente a ebollizione: fate bollire a fuoco basso per 5 minuti mescolando fino al completo scioglimento dello zucchero; a questo punto avvicinate una fiamma alla superficie del vino, facendo molta attenzione a non scottarvi: l’alcol contenuto nel vino prenderà fuoco, e voi dovete lasciarlo fiammeggiare fino al completo spegnimento.Quando il fuoco si sarà spento, filtrate il vin brûlé con un colino a maglie fittissime e servitelo fumante.
Buon vin brûlé a tutti !!!

sabato 29 ottobre 2016

Anice stellato

Anice stellato: il nome della pianta deriva proprio dal frutto che produce che è a forma di stella ed ha un caratteristico colore sui toni del bruno-rossastro. Questo frutto viene raccolto dalla pianta quando ancora non ha completato la sua maturazione e dopo viene generalmente sottoposto ad un processo di essiccazione per poi poter essere ulteriormente trasformato o utilizzato come spezia. L’anice stellato in tutte le sue applicazioni non viene utilizzato puro o così come viene raccolto, ma viene applicato solo dopo che è stato opportunamente trasformato.
L’anice stellato è frutto di un albero tropicale asiatico e ha la caratteristica forma di una stella ad otto braccia. Ha un gusto piuttosto deciso, simile a quello della liquirizia e proprio grazie a questo suo sapore è sufficiente solo una piccola quantità di anice stellato per la preparazione dei piatti.
Storicamente l’anice stellato è stato utilizzato da diverse civiltà proprio per le sue caratteristiche proprietà e da esso viene estratto l’olio essenziale aromatico che è utilizzato per scopi medicinali o che altrimenti è consumato come bevanda.
L’anice stellato è utilizzato come spezia aromatizzante in cucina, ma è anche noto in medicina dove l’uso in questo campo avviene sotto forma di tè o altrimenti sotto forma di olio essenziale, per un’applicazione topica.
Per l’utilizzo in cucina basta far bollire l’anice: due soli baccelli saranno sufficienti per insaporire i vostri piatti. Dopo averlo fatto bollire procedete macinando con un mortaio o un pestello in modo da ottenere una polvere fine. A questo punto il vostro anice stellato è pronto per essere aggiunto ai vostri piatti.
È ottimo se aggiunto in brodi, minestre o ad una zuppa di cipolle per aggiungere una dolcezza raffinata. Dato il gusto particolare della spezia ottenuta, potete aggiungerne un pizzico anche a piatti con patate, verdure o ad un arrosto con contorno di piselli.
Nel caso in cui invece viene utilizzato sulla pelle, questo tipo di anice è in grado di trattare alcune malattie della pelle, tra cui l’acne. Oltre ciò, l’anice stellato è tossico per molti insetti pertanto risulta essere un ottimo agente per riuscire a mantenere a debita distanza pidocchi ed infezioni della scabbia. Nonostante le sue buone proprietà sulla pelle l’anice non deve essere applicato direttamente su di essa poiché può causare una grave irritazione, pertanto è necessario diluire sempre l’olio anziché applicarlo puro.
Attenzione. 
L’anice stellato comporta alcuni possibili effetti collaterali, che è possibile rilevare in caso di uso in bambini o neonati, sui quali può provocare intossicazioni. Eventuali problemi possono riscontrarsi anche negli adulti, quando viene consumato del tè ottenuto dall’anice stellato; l’indigestione potrebbe infatti indurre vomito, movimenti oculari rapidi, convulsioni o gravi effetti neurologici. Nei casi in cui il tè deve essere assunto per particolari scopi medicinali è bene consultare prima un medico.
È bene fare particolare attenzione sul tipo di anice stellato utilizzato e nello specifico è importante non consumare anice stellato giapponese come rimedio a base di erbe, dato il suo alto contenuto di composti velenosi tra cui: anisatin, shikimin e sikimitoxin.

giovedì 27 ottobre 2016

Noce moscata, ovvero Myristica fragrans.

Noce moscata, ovvero Myristica fragrans. Si tratta di un albero sempreverde che può raggiungere l'altezza di 20 metri, originario delle isole Molucche (Indonesia) ed oggi coltivato nelle zone intertropicali. Parti del suo frutto vengono commercializzate come spezie: il seme decorticato è la noce moscata, mentre la parte esterna che lo ricopre fornisce il macis.
Nota fin dai tempi antichi per le sue proprietà benefiche, si narra che la noce moscata sia anche afrodisiaca. Oggi viene usata principalmente per insaporire pietanze quasi inconsapevoli delle numerose vitamine e minerali che apporta la sua assunzione. Si tratta di un elemento ricco di ferro e sali minerali, ma anche potassio e vitamine in particolare B e C. Alla noce moscata non mancano neppure acido folico e vitamina A così come gli antiossidanti e il beta carotene. Tutte queste proprietà benefiche servono per mantenere sano e giovane il nostro corpo, in particolare per:
Curare il sistema nervoso La noce moscata contiene elimicina e miristicina che sono in grado di proteggere il cervello dalla malattia dell’Alzheimer.
Noce moscata come antidolorifico Grazie alla presenza di eugenolo la noce moscata è in grado di alleviare il dolore provocato dal mal di denti. Se usato come olio essenziale da massaggio, è in grado di alleviare i dolori muscolari.
Benefici per l’apparato digerente Il decotto di noce moscata è noto fin dall’antichità per aiutare il sistema digestivo e curare nausea e gastrite, oltre che ad essere un valido aiuto in caso di diarrea.
Noce moscata depurativa Grazie alle sue proprietà la noce moscata riesce a aiutare il fegato a ripulirsi e aiuta anche a dissolvere i calcoli renali. Allo stesso modo aiuta la pelle a combattere le acne.
Antibatterico La noce moscata è ingrediente principe in collutori e dentifrici grazie alle sue proprietà antibatteriche.
Usi in cucina  La noce moscata è usata molto nella cucina mediterranea. Ingrediente principe di molte salse salate, tra cui spicca certamente la besciamella, è ottima anche per insaporire verdure e zuppe.
Attenzione ad un impiego eccessivo della noce moscata. Questa spezia è ben tollerata in piccole quantità, ma il suo consumo in dosi abbondanti può causare mancanza di concentrazione, palpitazioni e aumento della sudorazione. Nei casi più gravi di vera e propria intossicazione, la noce moscata può provocare allucinazioni e delirio.
L'impiego della noce moscata, nelle ricette culinarie tradizionali che la prevedono tra gli ingredienti, avviene in quantità minime.

mercoledì 26 ottobre 2016

Chiodi di garofano

Nonostante il nome possa trarre in inganno, i chiodi di garofano sono chiamati così solo perché la spezia assume un aspetto che ricorda il garofano. In realtà questa droga, diffusissima in Oriente e arrivata in Occidente nel XVIII secolo, è il bocciolo essiccato della Eugenia caryophyllata, un albero sempreverde che appartiene alla famiglia delle Myrtaceae
Da non confondere con il pimento, anche chiamato pepe garofanato.
La composizione dei chiodi di garofano è caratterizzata della predominanza di un propenilfenolo: l'eugenolo. Esso rappresenta fino all'80% dell'olio essenziale ed è proprio questo componente a dare alla spezia i particolari aromi e fragranze che l'hanno resa protagonista non solo delle cucine ma anche di profumi e oli balsamici. L'eugenolo ha inoltre poteri antisettici e anestetici.Nei chiodi di garofano sono presenti anche discrete quantità di beta cariofillene, un antinfiammatorio naturale.
Proprietà e benefici
I chiodi di garofano hanno proprietà anestetiche locali e analgesiche, per questo venivano usati in passato come rimedio naturale contro il mal di denti e ancora oggi sono presenti nella composizione di molti disinfettanti orali.
Stimolano la circolazione sanguigna, aiutano a vincere la spossatezza, il mal di testa e la perdita di memoria, sono digestivi, tonificanti e, sembrerebbe, anche potenti afrodisiaci! Medici senesi del 500 scrissero che i chiodi di garofano, cotti in una tazza di latte, stimolano le “forze di Venere” e che “giovano ai difetti dello stomaco, del fegato, del cuore et del capo” e “corroborano al coito”.
Altra virtù di questa preziosa spezia è quella di essere un potente antiossidante naturale: combatte l'azione dei radicali liberi mantenendo giovane l'organismo.
Uso in cucina
I chiodi di garofano sono molto apprezzati nelle ricette dolci come in quelle salate. Vengono utilizzati per aromatizzare dolci, frutta cotta, panpepati, biscotti, creme, liquori e vini aromatizzati (ad esempio il vin brulé). Accompagnano molto bene la carne: si aggiungono a minestre o zuppe con carne, si usano negli stufati, con la selvaggina e per arricchire salse barbecue. Aromatizzano formaggi stagionati, alcune verdure dolci come le cipolle e le carote e verdure sott'aceto. Con questa spezia pungente e profumata vengono spesso aromatizzati tè e infusi.
I chiodi di garofano sono molto aromatici: per dare un tono speziato a un piatto senza coprirne il sapore ne basterà uno.
Curiosità
Il particolare profumo dei chiodi di garofano, così intenso e pungente e leggermente fruttato, li ha resi un ingrediente di molti profumi e il loro olio essenziale è ampiamente usato nell'industria cosmetica. In Indonesia viene utilizzato per produrre delle sigarette aromatiche, dal sapore davvero particolare.
Mettere in un sacchettino nell'armadio una manciata di chiodi di garofano (volendo si può unire un po' di cannella) è utile per tenere lontane le tarme, così come riporli in una ciottolina nella dispensa terrà lontane le farfalline del cibo.

martedì 25 ottobre 2016

Psoriasi

La psoriasi (dal greco ψωρίασις - psōríasis, "scabbia" o "condizione di prurito") non è infettiva e non è contagiosa. È un disordine cronico e recidivante della pelle che colpisce 80 milioni di persone in tutto il mondo e, secondo le stime, il 2-3% della popolazione europea.
La psoriasi è una malattia della pelle in cui sono coinvolti anche aspetti immunitari. Colpisce in prevalenza tra i 10 e i 25 anni oppure dopo i 40 e si manifesta con la comparsa di chiazze rossastre e tondeggianti, spesso pruriginose e ricoperte da squame. Nel 5% dei casi si ha anche un interessamento dell'osso, con insorgenza di un'artrite psoriasica grave.
I sali del Mar Morto curano sin dall’antichità le malattie della pelle, tra cui la psoriasi, attraverso i loro benefici effetti sulla cute e sul sistema nervoso.
L’ideale, ma ovviamente non tutti se lo possono permettere, sarebbe andare in pellegrinaggio al Mar Morto, e beneficiare di bagni salati per almeno quattro  settimane. E’ sin dall’antichità una consuetudine per tutti coloro che soffrono di malattie della pelle andare in Israele a fare bagni nel mare più noto al mondo per i suoi effetti terapeutici.
Psoractive Shampoo Antidesquamativo
Psoractive shampoo antidesquamativo è formulato per rispettare le esigenze del cuoio capelluto, secondo le più recenti acquisizioni cosmetiche e dermatologiche.
Le particolari proprietà dei sali del Mar Morto, date dalla ricchezza di potassio e magnesio, costituiscono un efficace aiuto a normalizzare le funzioni biologiche e fisiologiche del cuoio capelluto, anche se particolarmente delicato.
Psoractive Sapone Antidesquamativo
Il  sapone antidesquamativo della linea Psoractive è indicato per la detersione quotidiana delle pelli sensibili, disidratate o desquamate. I sali integrali del mar Morto, abbinati a morbide basi ipoallergeniche, favoriscono una detersione completa, ma delicata ed intensamente lenitiva.
La neutralità del sapone garantisce, inoltre, il pieno rispetto del naturale equilibrio della pelle coerentemente con la filosofia di non aggressività di tutti i prodotti della linea Osmodyn.
Psoractive Doccia Crema
Una particolare crema doccia non schiumogena dalle notevoli proprietà purificanti, lenitive ed emolienti . A base di Sali del Mar Morto clinicamente testati.
Psoractive Crema Relipidante
La crema relipidante della linea Psoractive è particolarmente indicata per il trattamento locale di zone della pelle ad eccessiva secchezza ed a stati di disreattività cutanea associati a rossore, irritazione, prurito e desquamazioni.

lunedì 24 ottobre 2016

Cibi anti gonfiore per una pancia piatta !!!

Avere la pancia piatta è un desiderio di tutte le donne ma anche di qualche uomo. Il gonfiore addominale persistente può essere causato da ritenzione idrica e da gas intestinali scaturiti dalla digestione di determinati cibi.
Mettere in tavola gli alimenti anti gonfiore permette di scongiurare questo pericolo: si tratta di una strategia facile da applicare, non costa nulla e dà risultati visibili in pochi giorni. Ovviamente questi cibi vanno inseriti in una dieta alimentare sana, ricca di frutta e verdura di stagione, che predilige proteine magre, tanta acqua ed evita grassi, alcol e zuccheri raffinati.
Vediamo, allora, 20 alimenti anti gonfiore da inserire nel menu di tutti i giorni per raggiungere l’agognato obiettivo di una pancia piatta.
  1. Semi di finocchio. I semi di finocchio contengono un composto che rilassa gli spasmi gastrointestinali, eliminando i gas e dando sollievo dalla pesantezza. Si possono masticare i semi direttamente o utilizzarli per una tisana.
  2. Aceto di mele. Migliora il processo digestivo, aiutando a mantenere adeguati i livelli di acido nello stomaco e i batteri intestinali sani. Utilizzatelo per condire o prendetene un cucchiaio al giorno.
  3. Kiwi. Ricchi di fibre e acqua, sono un toccasana per rimettere in moto un intestino pigro e gonfio.
  4. Limone. I polifenoli contenuti nel limone sono utili per aiutare nella perdita di peso, per l’effetto antiossidante, per ridurre l’infiammazione nel tratto digestivo e alleviare il gonfiore. Si può bere spremuto in acqua tiepida.
  5. Ananas. Ricca di fibre e dall’effetto diuretico delicato, può ridurre l’infiammazione del colon spesso causa di gonfiare.
  6. Carote. Ogni carota contiene 195 milligrammi di potassio utili per combattere la pesantezza della pancia. Le carote sono lo spuntino anti gonfiore perfetto.
  7. Tè verde. Fonte di antiossidanti e dai benefici diuretici, può ridurre l’infiammazione nel tratto digestivo, mantenendo le cellule epiteliali sane.
  8. Asparagi. Ricchi di pre e probiotici, sono un modo semplice per mantenere il giusto equilibrio tra i batteri intestinali.
  9. Zucca. Grazie ai prebiotici mantiene attiva la flora intestinale eliminando gas e gonfiori.
  10. Mandorle. Le fibre, le proteine e prebiotici rendono le mandorle adatte a un triplo attacco contro il gonfiore. Una manciata di mandorle è un altro spuntino anti gonfiore perfetto.
  11. Mirtilli. Ricchi di fibre e dall’alto contenuto di antiossidanti, i mirtilli hanno dimostrato di riudurre anche l’infiammazione che porta al gonfiore intestinale.
  12. Menta. L’infuso di menta è un rimedio naturale perfetto per sgonfiare la pancia ma anche dalle proprietà anti-infiammatorie e antispasmodiche.
  13. Cioccolato fondente. Una buona notizia per i più golosi: il cioccolato fondente che contenga almeno il 70% di cacao, grazie a fibre e polifenoli, può contribuire a ridurre la produzione di gas e aumentare quella di “batteri buoni”.
  14. Carciofi. A essere anti gonfiore nel carciofo non sono solo le fibre e potassio, ma anche gli antiossidanti e la vitamina C che aiuta a ridurre l’infiammazione.
  15. Curcuma. Questa spezia orientale aiuta ad avere una pancia piatta grazie alle sue numerose e diverse proprietà anti-infiammatorie che riducono i gas intestinali.
  16. Mele. “Un mela al giorno toglie il medico di torno”, dice il noto proverbio, e toglie di torno anche il gonfiore, aggiungiamo noi: non solo le fibre aiutano la digestione, ma la buccia della mela (opportunamente lavata con bicarbonato di sodio) aiuta a bruciare più calorie.
  17. Cetrioli. Ricchissimi di acqua, i cetrioli contrastano la ritenzione idrica e, grazie alla quercetina, può contribuire a combattere l’infiammazione in tutto il tratto digestivo.
  18. Kefir. Questa bevanda simile a uno yogurt, ricca di fermenti lattici e probiotici e ottenuta dalla fermentazione del latte, può ridurre gas e gonfiore dell’intestino fino al 70% se consumata ogni giorno.
  19. Zenzero. Lo zenzero ha effetti anti-infiammatori potenti che possono contribuire a ridurre il gonfiore. Consumatelo con una tisana al giorno, preparata lasciando in acqua calda per 5 minuti qualche cubetto di radice fresca.
  20. Sedano. Il potassio contenuto nel sedano aiuta a ridurre il gonfiore: mangiatelo crudo, aggiungendolo alle insalate o come snack.

venerdì 21 ottobre 2016

Le spezie

Le spezie, forse più delle erbe, hanno un ruolo importante nell'alimentazione per le proprietà aromatiche e conservanti, per questo ruolo essenziale furono oggetto di scambi e baratti fin dai tempi dei Fenici.
Per spezie si intendono le diverse parti di una pianta, come radici, fiori, frutti o bacche e corteccia, caratterizzate da elementi aromatici. Le spezie vengono quasi sempre essiccate e vengono utilizzate sia nella loro forma originale, sia macinate e ridotte in polvere. A differenza delle erbe, che si dividono per categorie, le spezie si dividono in gruppi, in quanto alcune spezie per la loro struttura, aroma e sapore possono rientrare in più gruppi.
Una divisione generale la si può fare partendo dall'elemento predominante di ciascuna spezia, e sono il sapore, il profumo, il colore, il piccante e la freschezza. Questi elementi sono però volatili, cioè destinati a disperdersi con il passare del tempo, ecco perché hanno una durata limitata.
Le spezie si possono trovare in commercio sotto diverse forme:
Intere; sono le migliori perché mantengono a lungo il loro aroma, anche se alcune, in cui i semi particolarmente delicati, possono presentare tracce di muffe.
In polvere; sono le più pratiche, ma anche le più veloci a perdere l'aroma. Sono anche le più sofisticabili. Quando si acquistano è bene controllare che non contengano grumi, segno che le spezie sono vecchie.
In pasta; ugualmente pratica, mantiene a lungo il sapore, ma è piuttosto deperibile. Non deve presentare macchie e scoloriture e non deve apparire secca.
Gli estratti; pratici da dosare, ma molto volatili e spesso riprodotti sinteticamente. Questo potete valutarlo dal profumo che non deve essere eccessivamente penetrante o con sentore metallico; inoltre i prodotti sintetici sono di gran lungo meno costosi dei prodotti naturali.
La conservazione delle spezie è una parte fondamentale del loro sapore. Infatti se non trattati con cura possono irrancidire, perdere profumo o sapore. I vasetti di legno, ceramica o vetro, chiusi ermeticamente sono dei contenitori adatti, ma le spezie temono anche il caldo e l'umidità, quindi vanno evitati contenitori aperti o sacchetti di plastica, fonti di calore e talvolta anche il troppo freddo, specie nella stagione estiva, quando alcuni di questi contenitori potrebbero essere messi in frigorifero.
Le spezie , se tenute con cura, si conserveranno così intere, per un 1 anno e più, macinate, per 6 mesi. Ad ogni piatto andrebbe accostata la sua spezia, ma talvolta questo dipende anche dal gusto di chi cucina; nulla però vieta un corretto utilizzo delle spezie stesse, alcuni piccoli accorgimenti che faranno solo esaltare il profumo e l'aroma della spezia utilizzata. E' bene ad esempio macinare le spezie solo al momento, ridurle in polvere utilizzando un mortaio, o pestandole con il mattarello (quindi non con mixer o altri apparecchi elettrici), grattugiandole con l'apposita grattugia, che deve essere sempre ben asciutta e pulita, tostandole a fiamma viva per esaltare il sapore e l'aroma, o saltando i semi in poco olio per renderli più profumate.
Al di fuori di tutto questo, è bene comunque ricordare la prima grande regola valida per tutte le spezie: parsimonia. Il loro gusto e sapore, talvolta molto penetrante, può infatti ricoprire quello della vivanda stessa; è bene quindi saper valutare attentamente, anche in base alla spezia utilizzata e al tipo (intera, in polvere, in pasta o estratto) la giusta dose, o in caso di poca dimestichezza, attenersi scrupolosamente alla ricetta che si sta eseguendo.

giovedì 20 ottobre 2016

Tè Verde Kukicha (茎茶)

“Kukicha” è il nome che identifica un tè verde giapponese prodotto miscelando sia le foglie che i rametti più giovani e teneri della Camelia Sinensis, la pianta dalle cui foglie si producono tutti i tè. Durante la lavorazione di tè verdi come il bancha o il sencha, prodotti con le foglie, si separano i rametti e i piccioli che uniscono le foglie al ramo e con questi si produce il kukicha il cui nome giapponese significa infatti tè bastoncino (茎kuki=stelo/bastoncino, 茶cha=tè).
Talvolta il tè kukicha si può trovare con il nome alternativo di “Bocha”. Il kukicha più pregato prende il nome “karigane” ed è prodotto con i rametti ottenuti dalla lavorazione di uno dei tè verdi giapponesi più pregiati, il “gyokuro”.
Il tè kukicha non è da confondere con il tè bancha o il tè hojicha. Sul mercato si possono trovare kukicha molto diversi tra loro: alcuni sono prodotti solo con i rametti, altri hanno sia rametti che parti di foglia, altri ancora possono aver subito una leggerissima torrefazione durante la lavorazione che rende più scuri i rametti.
Il tè kukicha ha un gusto originale, diverso dagli altri tè verdi; si può trovare sia sfuso che in bustina, normalmente in bustina si trova la versione torrefatta. E' un tè molto dissetante da sorseggiare in qualsiasi momento della giornata, anche durante o a dopo i pasti, delizioso anche freddo perché non diventa astringente.
Nella versione di soli rametti è uno dei tè preferiti nella dieta macrobiotica grazie alle sue proprietà alcalinizzanti e al minimo (non nullo) contenuto di teina, la caffeina presente nel tè.Le differenze tra i kukicha riguardano anche l’aspetto e il sapore dell’infuso e di conseguenza il metodo di preparazione. Quello con rametti e foglie verdi si prepara in infusione in acqua con temperatura non troppo elevata, massimo 80°, per non più di un paio di minuti; in tazza ha un colore giallo-verde e all’olfatto sprigiona un fresco profumo vegetale mentre sul palato combina note erbacee e di nocciola. Il kukicha prodotto solo con i giovani piccioli leggermente torrefatti in tazza ha colore giallo intenso, un sapore pieno che ricorda la nocciola e si prepara come il precedente. Il kukicha prodotto con i rametti più grandi torrefatti in tazza ha colore bruno e un sapore molto legnoso e si può preparare con acqua bollente per un tempo di infusione di qualche minuto a secondo del gusto che si desidera ottenere.

mercoledì 19 ottobre 2016

Stomaco in fiamme? Gastronorm

Stomaco in fiamme? il rimedio c'è, e si chiama Gastronorm.
Si tratta di un integratore alimentare a base di Prociner®, miscela di Finocchio e Melissa che favoriscono le fisiologiche funzioni digestive e Biorepair®, miscela di Altea, Camomilla e Opuntia che svolgono un’azione emolliente e lenitiva del sistema digerente e Aloe indicata per favorire le funzioni digestive ed epatiche. Con Magnesio indicato per favorire l’equilibrio elettrolitico.
I fattori che possono contribuire a problematiche gastriche sono diversi, tra di essi ricordiamo:
  • Infezione batterica. Le persone che soffrono di infezione da Helicobacter pylori possono essere affetti anche da gastrite, nella maggior parte dei casi cronica. Si stima che metà della popolazione mondiale sia stata infettata da questo batterio, in grado di trasmettersi da persona a persona. La maggior parte delle persone infette non soffre tuttavia di complicazioni dell’infezione. I medici ritengono che la vulnerabilità al batterio possa essere ereditaria oppure sia provocata dallo stile di vita errato, ad esempio dal fumo e dagli alti livelli di stress.
  • Uso abituale degli analgesici ed antinfiammatori. I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come l'aspirina, l’ibuprofene (Moment®, Antalgil®, …) e il naprossene (Aleve®, Momendol®, …), possono provocare problemi allo stomaco sia in forma acuta sia in forma cronica. Se questi farmaci vengono usati regolarmente o a dosaggi troppo elevati possono ridurre la quantità di una sostanza fondamentale che aiuta a proteggere la mucosa interna dello stomaco. I problemi di stomaco si presentano con minore probabilità se assumete i FANS sporadicamente.
  • Abuso di alcool. L’alcool è in grado di irritare e corrodere la mucosa gastrica, rendendo lo stomaco più vulnerabile ai succhi digestivi. L’abuso di alcool ha un’elevata probabilità di provocare la gastrite acuta.
  • Stress. Le situazioni di grave stress fisico, dovuti ad esempio a interventi chirurgici importanti, a traumi fisici, a ustioni o a infezioni gravi, possono provocare la gastrite acuta.
  • Reflusso biliare. La bile, la sostanza fluida che contribuisce alla digestione dei grassi, è prodotta dal fegato e conservata all’interno della cistifellea. Quando viene rilasciata  si dirige verso l’intestino tenue, attraversando una serie di minuscoli condotti. In condizioni normali un anello muscolare (lo sfintere pilorico, che fa parte della valvola pilorica) impedisce alla bile di risalire verso lo stomaco; tuttavia, se la valvola non funziona o è stata asportata durante un intervento chirurgico, la bile può refluire nello stomaco, causando l’infiammazione e la gastrite cronica.
  • Reazione immunitaria contro le cellule dello stomaco. Questa malattia rara, detta gastrite autoimmune, si verifica quando l’organismo attacca le cellule che formano le pareti dello stomaco scatenando una reazione immunitaria in grado di logorare la mucosa gastrica. La gastrite autoimmune si verifica con maggior frequenza nei pazienti affetti da altre patologie autoimmuni, ad esempio la tiroidite di Hashimoto, il morbo di Addison e il diabete di tipo 1. La gastrite autoimmune può anche essere collegata alla carenza di vitamina B-12.

martedì 18 ottobre 2016

L’erba spaccapietra

L’erba spaccapietra, ovvero la Cedracca o Cetracca (Ceterach officinarum), nota anche come "erba ruggine", si chiama così perché si trova spesso tra le pietre delle rupi che frantuma lentamente. E' un’erba selvatica, utilizzata da secoli da diverse civiltà indigene, dall'azione antinfiammatoria e diuretica, utilizzata da secoli per sciogliere i calcoli renali.
Come si consuma l’erba spaccapietra?
La spaccapietra si usa per la sua capacità di sciogliere o eliminare i calcoli, sia dei reni che della vescica. Viene utilizzata l’intera pianta, visto che sia il gambo, che i fiori, le radici e i frutti hanno proprietà medicinali. Per rendere tale prodotto un ottimo rimedio contro la formazione dei calcoli renali, è opportuno seguire le corrette indicazioni per la preparazione di una tisana. Essa va bevuta per tre volte in ciascuna giornata (prima dei pasti) e va preparata con una quantità pari ad un bicchiere d’acqua per ciascun cucchiaio di erba spaccapietre.

Il principale vantaggio della spaccapietra è quello di eliminare tutte le ostruzioni che possono formarsi nel tratto urinario, distruggendo completamente i calcoli.
Oltre alla proprietà di spaccare i calcoli, come indica il suo nome, quest’erba ha molte altre proprietà. L'erba spaccapietra, infatti:
  • Riduce le infiammazioni e gli spasmi.
  • Calma i dolore.
  • Riduce la febbre (sconsigliato però nei bambini con meno di 5 anni).
  • È leggermente lassativo.
  • Protegge e depura il fegato.
  • Elimina virus, batteri e vermi intestinali.
  • Aumenta la minzione ed è un potente diuretico (utile in caso di insufficienza renale).
  • Riduce la pressione arteriosa.
  • Regola i livelli di zucchero e di colesterolo nel sangue.
  • Migliora la digestione.
Controindicazioni dell'erba spaccapietra
L’erba spaccapietra non presenta nessuna controindicazione se viene assunta rispettando le dosi terapeutiche normali, fatta eccezione, naturalmente, per i casi di ipersensibilità individuale.

Curiosità

In passato si utilizzava per imbottire i cuscini poiché si riteneva che avesse la proprietà di far passare il dolore e le disgrazie.
Alla vigilia della festa di San Giovanni l'erba spaccapietra veniva raccolta perché si credeva che chi la sera di S. Giovanni se ne fosse infilato un ramoscello nella scarpa avrebbe trovato “un tesoro nascosto”.

lunedì 17 ottobre 2016

10 motivi per smettere di fumare

10 motivi per smettere di fumare
Sapete cosa accade quando prendete in mano le vostre sigarette. Forse le contemplate per un momento mentre le accendete. Malattie cardiache, cancro ai polmoni, enfisema... Tuttavia, inalate profondamente. Tutti i 401 veleni e 43 agenti chimici che causano il cancro. E invitate consapevolmente la Grande Mietitrice a venirvi più vicino.
Se la minaccia di morte non vi convince, forse qualcosa di differente può stimolarvi a smettere di fumare: una buona dose di vanità di vecchio stampo. Oltre ad accorciare la durata della vostra vita, quando fumate, voi fate del male anche a una delle cose più importanti che noi usiamo per giudicarci l'un l'altro: il nostro aspetto. Ecco 10 buone ragioni per rinunciare al vizio delle sigarette. Esse potrebbero non uccidervi, ma di sicuro non aiutano il vostro aspetto esteriore.
1 - Rughe facciali
Dimenticate le bellissime donne che vi sbirciano dalle pagine pubblicitarie delle riviste di moda, con sigarette prodotte industrialmente tra le loro dita. Come prima cosa che il fumo non fa è regalarti quegli occhi e quelle labbra da modelle. Grinze intorno agli occhi e guance rugose. Linee verticali intorno alla vostra bocca. Questa è la vera immagine.
Fatti: Fumare riduce il flusso di ossigeno e nutrienti nelle cellule della pelle restringendo i vasi sanguigni. Dite salve a rughe premature che sono in gran parte irreversibili (anche se avete soldi e potete affrontare il dolore di un intervento di chirurgia estetica). Questo primo punto può preoccupare più le donne che gli uomini, ma continuate a leggere.
2 - Impotenza
"Oh, mio Dio, no! Veramente? Beh, questa non è una bella notizia!" dice M.R., uno sviluppatore Web di 26 anni. Egli sta reagendo alla notizia che se non la smetterà con il suo vizio di 3 pacchetti di sigarette al giorno, che dura già da tre anni, qualcosa di molto vicino e caro a lui potrebbe smettere di funzionare in futuro (e questa non e' una bella notizia per uomini e donne).
Fatti: Fumare riduce il flusso necessario per avere una erezione. Almeno un uomo su due, oltre i quarant'anni, hanno sperimentato impotenza di differenti gradi. Fumare è ritenuto essere una delle principali cause fisiche di disfunzioni erettili. "Se fumare rovina la tua vita sessuale, beh, sembra che sia un compromesso orribile" dice G.C., un non fumatore di 22 anni, "Quanto grande e favoloso può essere non funzionare a letto?".
3 - Denti macchiati, alito cattivo
Le labbra sono fatte per baciare, giusto? Ma cosa accade se dietro di esse c'è una bocca piena di denti macchiati e alito cattivo? "più il fumo diventa meno diffuso, più le persone stanno accrescendo la loro sensibilità a queste cose e reagiscono negativamente ad esse" dice il portavoce della American Lung Association Edwin Fisher.
Fatti: Particelle dal fumo delle sigarette macchiano i denti di marrone e giallo, e intrappolano batteri che producono odore nelle vostre bocche. Malattie gengivali e perdita di denti sono anche molto comuni nei fumatori. Di sicuro una prospettiva non attraente. Forse addizionali conseguenze relative alla bocca vi convinceranno a chiudere con il vizio del fumo. Escrescenze sulle corde vocali e tumori alla bocca, gola e esofago sono tutti possibili se fumate.
4 - Voi, e generalmente la vostra vicinanza, puzzate.
Si, voi veramente puzzate. Forse siete così abituati a fumare che non ve ne accorgete. Forse i vostri dotti nasali sono così danneggiate che il vostro naso non lavora comunque nel giusto modo. Ma chiedete ad un amico non fumatore per una risposta onesta e sincera circa su come voi, la vostra macchina e la vostra casa odorate. La risposta sgradevole sarà: tutti puzzano. Almeno quanto il posacenere che usate per spegnere i vostri mozziconi di sigaretta.
Fatti: il fumo di sigaretta ha un odore sgradevole che impregna e persiste su ogni cosa, dalla pelle e capelli ai vestiti e tende. L'olezzo non attrae di certo amici o amanti.
5 - Ossa fragili
Fattori di rischio per malattie debilitanti come l'osteoporosi sono all’ordine del giorno; lo sa bene la donna, attiva o inattiva, e dopo menopausa. Poi c'è l'avere una piccola ossatura, deficienza di calcio, e predisposizione genetica. Tutti questi fattori contribuiscono ad una bassa densità di minerali nelle ossa. Numerosi studi collegano il fumo e l'osteoporosi sia nelle donne che negli uomini. Può essere perché fumare ha effetto sulla produzione di estrogeno e altri ormoni necessari per ossa in ottima salute.
Fatti: Una ricerca del 1997 su circa 4.000 fratture dell'anca in donne anziane concluse che almeno una frattura su otto era dovuta a danni ossei relativi al fumo. Una volta perduta, la densità ossea non può essere completamente recuperata.
6 - Depressione
Esaminiamola filosoficamente per un momento: perché fumate?
Edwin Fisher, portavoce dell'American Lung Association ritiene che c'è una buona possibilità che voi siate stressate o depressi. "Persone che non hanno un impiego o stanno vivendo un divorzio spesso fumano" ha detto Fisher, aggiungendo che sebbene voi non siete angosciati, fumare fa sembrare che voi lo siete.
Fatti: La connessione tra fumo e depressione è stata ben accertata. Fumare può farvi apparire più in difficoltà che affascinanti.
7 - Pessimo modello comportamentale
I bambini emulano gli adulti. Ogni volta che accendete una sigaretta è come se praticamente state dicendo ai bambini che vi circondano che fumare è OK. R.A. attribuisce la sua astinenza ai suoi genitori. "I miei genitori sono un eccellente modello comportamentale per me" dice. "Essi non bevono e non fumano". E nemmeno lui lo fa.
Fatti: Ogni giorno, solo negli Stati Uniti, una stima di almeno 3.000 bambini diventano schiavi del fumo di sigarette. Se continuano a fumare, almeno 1.000 di loro eventualmente moriranno per malattie connesse alla loro dipendenza. Organizzazioni contro il tabacco sostengono che le aziende produttrici di sigarette puntano deliberatamente ai ragazzi nelle loro campagne pubblicitarie. Se fumate è come se steste facendo pubblicità a queste aziende, senza contare che non sono loro a pagare voi per la pubblicità, ma voi a pagare loro.
8 - Fuoco!
Fatti: Incendi causati da prodotti di tabacco accesi sono la causa principale di morti per fuoco negli Stati Uniti. Durante gli anni 80, materiali relativi al fumo di sigaretta (mozziconi, cerini, ecc.) hanno causato più di 200.000 incendi ogni anno e ucciso più di 1.000 persone, ferendo inoltre più di 3.000 persone e causando più di 300 milioni di dollari in danni alle proprietà.
Se la morte per fuoco non vi impressiona, sicuramente potete ricordare di almeno una volta in cui la vostra sigaretta ha bruciato un buco nel vostro prezioso vestito di seta o nel maglione di cashmere. Può anche essere l'alba del nuovo millennio, ma l'abbigliamento bruciacchiato non è ancora una moda gradevole.
9 - Scarsa Circolazione
Salivare, paralisi, perdita della parola... Non c'è niente di bello nel diventare vittima di un infarto.
Fatti: I globuli rossi del sangue sono destinati a trasportare ossigeno in tutto il corpo. Nei fumatori, le molecole di ossigeno sono sostituite dai componenti del fumo di sigaretta, bloccando il trasferimento di ossigeno vitale. Se siete convinti che l'infarto è una estrema e improbabile conseguenza del vostro vizio, ci sono comunque malattie cardiache che possono rallentarvi. Se siete fortunati, forse sperimenterete solo alcuni degli inconvenienti dovuti ad una povera circolazione, come dolorose punture di spilli ed aghi in alcune parti del corpo o mani e piedi freddi.
10 – Sembrate stupidi
Vista la grande quantità di informazione sugli effetti del fumo nella nostra cultura, si potrebbe dire che i fumatori hanno una deficienza di ossigeno nel cervello. Infatti, da quanto esposto finora, sembra che sia proprio così.
Ma non importa come un fumatore giustifichi la sua dipendenza, questa è la semplice, incontestabile: proprio come dice lo slogan, il fumo uccide.
Questo rende il vizio come qualcosa di veramente stupido dopotutto, non trovate?

sabato 15 ottobre 2016

Bacche di Goji

Le bacche di Goji sono frutti rossi di piccola dimensione, disponibili in commercio in forma di bacca essiccata. Dolci al palato, si contraddistinguono per un particolare retrogusto dolce-amaro. Sul mercato si trovano molte bacche di goji essiccate dal sapore pessimo: sono di raccolti vecchi, mal conservate o estremamente piccole.
In fase di acquisto, la prima cosa a cui fare attenzione nell'acquisto delle Bacche di Goji è il confezionamento: la plastica è infatti inadeguata a preservare le delicate proprietà del frutto. Nel peggiore dei casi le bacche potrebbero essere conservate in plastica o vetro trasparenti: in questo caso la luce le ossida, facendogli perdere le loro proprietà antiossidanti!
Il confezionamento deve essere opaco e resistente (non plastica sottile) per preservare il frutto essiccato da luce ed umidità.
Ulteriori attenzioni vanno riposte alla indicata negli ingredienti (deve essere Lycium Barbarum), all'origine (altopiani tibetani e cinesi), al metodo di raccolta ed essiccazione (il migliore è la raccolta a mano e l'essicazione al sole). Attenzione infine all'aspetto: bacche di goji essiccate molto piccole, scure e secche sono normalmente molto vecchie, vendute dalla Cina a basso costo e ormai prive di rilevanza nutrizionale.
Bacche di Goji essiccate: è normalmente consigliato assumere un quantitativo di circa 25 g di bacche di Goji al giorno. Possono essere consumate da sole o, a proprio piacimento, in abbinamento ad altri alimenti (es. yogurt, cereali, insalate, macedonie).
Le bacche di Goji nutrono e rinvigoriscono l’organismo, e rafforzano le difese immunitarie: sono un ottimo sostituto 100% naturale al classico multivitaminico di sintesi. Sono tra i frutti più ricchi di antiossidanti al mondo e per tale ragione contrastano l'attività nociva dei radicali liberi prevenendo l’invecchiamento precoce dei tessuti.
Le bacche di Goji sono particolarmente ricche di Vitamina A, fondamentale per la salute e la bellezza di pelle, unghie e capelli. Ricche di carotenoidi, sono anche particolarmente utili per il benessere degli occhi.
Grazie a loro particolari principi nutritivi favoriscono l’equilibrio della glicemia. In virtù del loro basso indice glicemico e del loro elevato potere saziante, le bacche di Goji sono consigliate nelle diete controllate volte allo alla perdita di peso per lo snellimento della figura.
Bacche di Goji Controindicazioni: il Goji (Lycium barbarum) è un frutto il cui uso è oggi ancora da scoprire ed approfondire in tutte le sue potenzialità benefiche ma anche nei suoi limiti e precauzioni d’uso. Al momento sul Lycium barbarum NON esiste alcuna segnalazione ufficiale di reazioni ed effetti avversi da parte degli Enti di controllo preposti né a livello Italiano (Fitovigilanza) né Comunitario (UE – EFSA). Il Ministero della Salute italiano ha incluso il frutto di Lycium barbarum fra le specie vegetali utilizzabili liberamente nella formulazione di integratori alimentari con l’indicazione funzionale di “Antiossidante”, SENZA alcuna limitazione d’uso, prescrizione od obbligo di avvertenze particolari in etichetta.

giovedì 13 ottobre 2016

Come affrontare il cambio di stagione?

Non ci sono più le mezze stagioni... e probabilmente anche per questo passare da una all'altra è diventato particolarmente problematico, tra continui sbalzi di temperatura di svariati gradi e una rapida alternanza di giornate a tutti gli effetti primaverili con altre che sembrano ricatapultare nei rigori invernali.

Basta una sudata dentro un maglione troppo pesante o una giacca inavvertitamente troppo leggera e mal di gola, febbricola e raffreddore sono pronti a colpire chiunque, a qualunque età, favoriti anche dalla naturale riduzione delle difese immunitarie associata allo stress di adattamento che l'organismo è costretto a subire.
 
Come proteggersi?

-E' essenziale supportare il benessere dell'organismo seguendo un'alimentazione sana e varia,ricca di frutta e verdura fresche e di stagione, pesce, legumi e cereali integrali, da condire con poco olio (preferibilmente extravergine di oliva a crudo) e da insaporire con erbe aromatiche e spezie piuttosto che con il sale.
Per trarne il massimo in termini di sostanze utili per il sistema immunitario, conviene privilegiare i vegetali con colori più sgargianti, indice della presenza di vitamina A, C ed E e di altre sostanze antiossidanti, come flavonoidi e antociani. Per recuperare quantità sufficienti di vitamine del gruppo B (importanti per difendersi dalle malattie e per usare al meglio l'energia fornita dagli alimenti ed evitare la tipica debolezza primaverile) bisogna puntare, invece, su alimenti di origine animale, come latticini, uova, pesce e carne (poca e preferibilmente bianca).

-Altro elemento essenziale per tutelarsi da cali di tono, infezioni virali di passaggio e raffreddamenti occasionali è il riposo. È durante il sonno che l'organismo recupera le energie necessarie per reagire a tutti gli insulti termici e patogeni in arrivo dall'esterno e per eliminare lo stress accumulato durante il giorno, nemico dichiarato del benessere fisico e psicologico, nonché acerrimo nemico del sistema immunitario.
 
- Vestirsi adottando lo stile "a cipolla" è l'ideale, ricordando di scegliere soltanto fibre naturali e traspiranti (cotone, lana leggera, ecc.) per gli indumenti che saranno posti a diretto contatto con la pelle e di togliere il maglione o la giacca prima di iniziare a sudare e non dopo, quando ormai il danno è fatto. Per chi tende a soffrire di faringiti e mal di gola, un foulard o una sciarpa leggera è pressoché irrinunciabile, soprattutto nelle giornate di vento fresco e se si sa di dover passare frequentemente tra ambienti a temperature molto diverse.
 
-Per un'azione sempre naturale per innalzare le difese immunitarie o per trattare mal di gola e raffreddore se si manifestano si può ricorrere alla PROPOLI. Oltre che dell'effetto antinfiammatorio, in questo caso si beneficerà anche della blanda attività antivirale e antibatterica caratteristica di questo prezioso prodotto delle api.


Capelli in autunno, cadono per rinnovarsi

Capelli in autunno, cadono per rinnovarsi
In autunno cadono le foglie, ma anche i capelli. "Complici" giornate più corte e meno ore di luce. Non si tratta quindi di una leggenda metropolitana, ma in autunno e primavera l'uomo fa la "muta" come gli animali, sostituendo il suo "pelo" vecchio, cioè i capelli, con quello nuovo.
E questo processo non dipende dal cambio di temperatura, come si credeva fino a qualche anno fa, ma dalla variazione delle ore di luce nell'arco della giornata. Un meccanismo complesso mediato dalla melatonina. Il problema non lascia scampo a nessuno: riguarda uomini e donne, giovani e anziani, capelloni e angustiati dalla calvizie. In autunno, fino alla fine di novembre, come tra marzo e aprile, si perde un 20-30% di capelli in più rispetto al resto dell'anno. L'attività fisiologica di un capello prevede una nascita, un lungo periodo di crescita ed una morte.
I trattamenti che proponiamo in questo periodo servono a ridurre i danni di questo processo di mutamento. La caduta dei capelli è un fenomeno fisiologico. E shampoo speciali, fialette o integratori mirati sono utili a diminuirne l'intensità.
In ogni caso, non si tratta di perdite permanenti, ma solo di rinnovo dei nostri capelli e quelli che perdiamo dovevano comunque cadere. In autunno, infatti, si verifica una maggiore sincronia tra i circa 100 mila follicoli piliferi che abbiamo in testa.
Nel corso del suo ciclo di vita un capello attraversa tre fasi:
a) anagen: la matrice produce le cellule che costituiscono il capello permettendogli di risalire lungo le pareti del follicolo. Questa fase dura da tre a cinque anni, ma nelle donne spesso fino a sette, e questo spiega perché alcune donne possono avere capelli molto lunghi (un centimetro al mese per sette anni significano pi di ottanta centimetri!). Una capigliatura sana è costituita per l'82-90% dei casi da capelli in questa fase.
b) catagen: in seguito ad un segnale ormonale o chimico (la questione è ancor oggi dibattuta) il follicolo entra in una fase di "riposo", in cui le cellule non si riproducono più. Il capello rimane nel cuoio capelluto, ma non cade né cresce. Questa fase dura un paio di settimane. Circa l'1% dei capelli è in questa fase.
c) telogen: si interrompe ogni attività produttiva e il capello è trattenuto unicamente dalle pareti del follicolo. Dall'ingresso in fase telogen alla caduta vera e propria potrebbero passare anche 4 mesi. In fase telogen si trova sempre almeno il 10-18% dei capelli presenti sul cuoio capelluto sano.
Dopo circa 3 mesi, se non sono intervenuti fatti nocivi a carico della matrice, nasce il nuovo capello.
Il periodo in cui il capello è nato ma non è ancora emerso dal cuoio capelluto si definisce fase metanagen mentre, dalla sua comparsa al di fuori della cute, diventa anagen.
Quando i capelli di una chioma sono nell'82-90% in fase anagen e nel 10-18% in quelle catagen e telogen, tutti i capelli vengono sostituiti e non si manifestano diradamenti .
Niente paura, quindi, perché sotto ogni capello che cade ce n'è uno nuovo pronto a rimpiazzarlo. Solo che per vedere la sua sostituzione serve un po' di tempo, perché i capelli crescono di 0,1-0,2 millimetri al giorno.
Talvolta la matrice pilifera sostituisce il capello caduto con uno di calibro nettamente inferiore o non lo sostituisce affatto: in questo caso, secondo l'entità ed il disegno assunto dalle aree che si sono sfoltite, si ha a che fare con un'alopecia .

mercoledì 12 ottobre 2016

OSTEO SUPPLEMENT

OSTEO SUPPLEMENT è l’integratore alimentare a base di Calcio, Magnesio, Zinco, Manganese, Rame, Boro, Vitamina D3 e Vitamina K2 indicato a uomini e donne che desiderano mantenere nel tempo la solidità delle proprie ossa e una dentatura sana per poter vivere appieno una vita attiva anche in età matura. Il calcio è necessario per il mantenimento di ossa e denti sani. La vitamina D e il magnesio contribuiscono al mantenimento di denti sani e insieme a Vitamina K, Zinco e Manganese contribuiscono al mantenimento di ossa in salute. La vitamina D aiuta a ridurre il rischio di caduta associato a instabilità posturale e debolezza muscolare*. Il calcio e la vitamina D aiutano a ridurre la perdita minerale ossea nelle donne in post menopausa**. Una bassa densità minerale ossea è un fattore di rischio per le fratture osteoporotiche. Il rame contribuisce inoltre al mantenimento di tessuti connettivi normali
* L’effetto benefico si osserva con un assunzione giornaliera totale (alimentazione + integrazione) di almeno 20 mcg di vitamina D e l’integrazione deve raggiungere almeno 15 mcg di vitamina D per dose giornaliera (3 tavolette al giorno). La caduta è un fattore di rischio per le fratture ossee tra uomini e donne sopra i 60 anni.
** L’effetto benefico si osserva con un assunzione giornaliera totale (alimentazione + integrazione) di almeno 1200 mg di calcio e 20 mcg di vitamina D e l’integrazione deve raggiungere almeno 400 mg di calcio e 15 mcg di vitamina D per dose giornaliera (3 tavolette al giorno). Tale indicazione è intesa specificatamente per le donne sopra i 50 anni di età.
L'Osteo supplement contiene: Calcio (malato*, citrato, bisglicinato*); Magnesio (malato*, citrato, bisglicinato*, ossido); Agenti di carica: Cellulosa microcristallina; Addensante: Sodio carbossimeticellulosa; Agenti antiagglomeranti: Acido stearico vegetale, Biossido di silicio; Vitamina K2 (menachinone-7) (contiene latte e soia); Agenti di rivestimento: Idrossipropilmetil cellulosa; Agente di carica: destina; Boro (acido borico); Agente antiagglomerante: Magnesio stearato vegetale; Correttore di acidità: acido citrico; Zinco (bisglicinato*); Agente di rivestimento: Glicerina vegetale; Manganese (bisglicinato*); Rame (bisglicinato*); Vitamina D3(colecalciferolo). 
*Chelazione Albion International, Inc.
Modo d'utilizzo di Osteo supplement: Deglutire da 2 a 3 tavolette al giorno, con acqua, preferibilmente ai pasti. Non superare la dose consigliata.
Attenzione
Tenere fuori dalla portata dei bambini al di sotto dei 3 anni. L'Osteo supplement, come ogni integratore, non va inteso come sostituto di una dieta variata, equilibrata e di un sano stile di vita.

sabato 8 ottobre 2016

Kalory stop

kalory stop

Un invito a cena? Il pranzo della domenica?...Quando le tentazioni chiamano, il rimedio c'è,
Goditi le grandi occasioni con Kalory Stop, appositamente formulato per ridurre l’assorbimento di zuccheri e grassi. Concediti una buona cena a cuor leggero, tanto i sensi di colpa per aver sgarrato la dieta non ti tormenteranno più.
Formulato appositamente per ridurre l’assorbimento di zucchero e grassi nelle grandi occasioni. Contiene dei principi attivi vegetali (Opuntia, Fagiolo, Gymnema, Papaya, Ananas, Finocchio, Pepe nero) che formano una barriera in grado di rendere parzialmente indigeribili grassi e zuccheri riducendo così le calorie assimilate.
Composizione: Nopal (Opuntia ficus indica Mill.) cladodium polvere, Fagiolo (Phaseolus vulgaris L.) seme e.s. E/D 4:1, Cellulosa microcristallina, Gymnema (Gymnema sylvestre R. BR.) foglie e.s. tit. 25% acido gimnemico, Papaya (Carica papaya L.) frutto e.s. E/D 4:1, Finocchio (Foeniculum vulgare Mill.) frutto e.s. tit. 0,5% olio essenziale, Sorbitolo, Ananas (Ananas comosus L. Merr.) gambo e.s. 250 GDU/g, Silice amorfa, Magnesio stearato, Pepe nero (Piper nigrum L.) frutto e.s. tit. 1,5% piperina, Cromo picolinato.
Consigli per l’uso: per un migliore impiego del prodotto si suggerisce di assumere 1 compressa al giorno prima del pasto principale.
Avvertenze: tenere fuori dalla portata dei bambini al di sotto dei tre anni. Non superare la dose giornaliera consigliata. Il prodotto non sostituisce una dieta variata. Deve essere impiegato nell’ambito di una dieta ipocalorica adeguata seguendo uno stile di vita sano con un buon livello di attività fisica. Se la dieta viene seguita per periodi prolungati, superiori alle tre settimane, si consiglia di sentire il parere del medico. Si sconsiglia l’assunzione in gravidanza e durante l’allattamento.

venerdì 7 ottobre 2016

Tosse secca o grassa? Adulti e bambini.

Larimucil® Tosse Adulti

Sciroppo per la tosse secca e grassa

Larimucil® Tosse contiene Arabinogalattani da LaricePiantaggineAltea e Lichene islandico. Questi componenti vegetali formano sulla mucosa delle prime vie aeree un film protettivo che, contrastando il contatto con agenti esterni irritanti, calma la tosse. I suoi componenti opportunamente selezionati favoriscono inoltre l’idratazione delle mucose, agevolando così la rimozione del muco in eccesso. Gli Arabinogalattani da Larice e i polisaccaridi di Piantaggine, Altea e Lichene islandico hanno proprietà mucoadesive e protettive, che associate a quelle emollienti del Miele proteggono le mucose delle prime vie aeree.
Lo sciroppo Larimucil® Tosse ha un gusto gradevole, grazie alla presenza di succo concentrato di mela.
Disponibile in flacone o in comode bustine monodose tascabili.

QUANTO USARLO

Per calmare la tosse secca e grassa, proteggendo la mucosa, e agevolare la rimozione del muco.

COME USARLO

Si consiglia un cucchiaio, o una bustina di sciroppo, da 2 a 4 volte nell’arco della giornata.

COSA CONTIENE

Sciroppo di fruttosio, Miele, succo concentrato di mela, Arabinogalattani da Larice, Piantaggine erba con fiori estratto, Lichene islandico tallo estratto, Altea radice estratto, aroma naturale di limone, gomma karaya, Timo olio essenziale.

NOTE

Senza glutine. Non contiene coloranti di sintesi, né conservanti.

È UN DISPOSITIVO MEDICO CE.

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Larimucil® Tosse Bambini

Sciroppo per la tosse secca e grassa

Larimucil® Tosse contiene Arabinogalattani da Larice, PiantaggineAltea e Lichene islandico. Questi componenti vegetali formano sulla mucosa delle prime vie aeree un film protettivo che, contrastando il contatto con agenti esterni irritanti, calma la tosse. I suoi componenti opportunamente selezionati favoriscono inoltre l’idratazione delle mucose, agevolando così larimozione del muco in eccesso. Gli Arabinogalattani da Larice e i polisaccaridi di Piantaggine, Altea e Lichene islandico hanno proprietà mucoadesive e protettive, che associate a quelle emollienti del Miele proteggono le mucose delle prime vie aeree.
Larimucil® Tosse ha un gusto gradevole, grazie alla presenza di succo concentrato di mela e olio essenziale di arancio.

QUANDO USARLO

Per calmare la tosse secca e grassa, proteggendo la mucosa, e agevolare la rimozione del muco.

COME USARLO

Bambini da 3 a 6 anni: si consiglia un cucchiaino da tè 2 volte nell’arco della giornata.
Bambini al di sopra dei 6 anni: si consigliano due cucchiaini da tè 2 volte nell’arco della giornata.

COSA CONTIENE

Sciroppo di fruttosio, Miele, succo concentrato di mela, Arabinogalattani da Larice, Piantaggine erba con fiori estratto, Lichene islandico tallo estratto, Altea radice estratto, aroma naturale di arancio, caramello, gomma karaya, Arancio dolce olio essenziale.

NOTE

Senza glutine. Non contiene coloranti di sintesi, né conservanti.

È UN DISPOSITIVO MEDICO CE.