venerdì 23 dicembre 2016

La riflessologia dell’orecchio : auricoloterapia.

La riflessologia dell’orecchio : auricoloterapia. Si tratta di una terapia molto efficace contro svariati disturbi. Questa metodologia, di origini orientali, divulgata in occidente da dottor Paul Nogier, ha funzioni diagnostiche e curative.
Riconosciuta già nel 1987 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che unì la Scuola Francese e quella Cinese e nel 1991 ne standardizzò le mappe, ulteriormente avvalorata da molte ricerche scientifiche, il trattamento con auricoloterapia viene utilizzato con successo per diversi disturbi: dall’asma all’ipertensione, dalle lombosciatalgie alle infiammazioni del trigemino, dalla cefalea alla dismenorrea, dalla stipsi al dimagrimento, dall’abbandono del vizio del fumo alla correzione della postura.
Il principio di funzionamento è quello dell’Agopuntura e della reflessologia e si basa sul concetto che esistono una serie di punti e di aree che sono collegati reflessologicamente a organi ed apparati molto distanti tra loro. La stimolazione di una zona particolare stimola o rilassa le aree ed organi corrispondenti. Così è possibile raggiungere qualsiasi organo interno, e curare l'organismo attraverso la stimolazione di punti reflessologicamente attivi situati sul padiglione auricolare per mezzo di un ago o dell'elettrostimolazione.
In auricoloterapia, la stimolazione avrebbe una azione diretta sulla "Energia Vitale", sbloccando gli ingorghi energetici e riequilibrando la distribuzione dell’energia.
Quali sono i metodi di trattamento dei punti auricolari?
Il metodo più classico e diffuso per il trattamento dei punti auricolari è l’agopuntura: si utilizzano aghi filiformi (tenuti infissi per alcuni minuti) oppure aghi a dimora (tenuti in sede per alcuni giorni): si tratta di una metodica di stretta pertinenza medica.
Anche la moxibustione può essere utile in patologie specifiche: i punti, ad esempio, possono essere scaldati con un bastoncino d’incenso. Talvolta invece si usa far sanguinare dopo aver punto con una lancetta.
Esistono in realtà altre metodiche meno invasive, che si possono considerare a tutti gli effetti nelle competenze di un naturopata:
  • Massaggio: è molto comodo utilizzarlo come autotrattamento oppure sui bambini. Si può trattare tutto l’orecchio, pinzettando lungo il percorso delle sue strutture anatomiche con pollice e indice contrapposti oppure premendo semplicemente con la punta dell’indice.
  • Pressione: si possono premere delicatamente i punti con opportuni stiletti con l’estremità arrotondata (ce ne sono anche dotati di molla per ottenere un maggior controllo sulla pressione). Con la pressione si può valutare la sensibilità dei diversi punti, quelli più sensibili o dolorosi saranno da trattare con maggior cura e costanza.
  • Applicazione di cerotti con seme di vaccaria: si utilizzano questi piccoli semi che vengono applicati ai punti e tenuti in sede alcuni giorni, avendo cura di premerli più volte al giorno (secondo i casi). L’applicazione di semi di vaccaria è assolutamente sicura, essi non provocano mai reazioni avverse (allegie, ulcerazioni): talvolta però un punto stimolato può risultare molto doloroso, nel caso non si riuscisse a sopportare a lungo questo dolore si può tranquillamente togliere il seme staccando il cerotto.
  • Laser: si punta un raggio laser su punti o aree.
  • Elettrostimolazione: si utilizzano dei puntali collegati a un circuito elettrico per stimolare i punti, si percepisce una lieve scarica di corrente a bassa intensità, in genere ben tollerata.
  • Applicazione di microsfere magnetiche (placcate in oro o argento): sono un’alternativa più efficace rispetto ai semi di vaccaria poiché agiscono in modo continuo senza dover essere manipolate.

giovedì 22 dicembre 2016

Acqua ... per tutte le età.

Siete abituati a bere solo l’acqua del rubinetto? Non che quella che esce dai tubi delle nostre case non sia perfettamente pura e sicura, ma la minerale è buona, sana e fa bene. L’Italia detiene il primato mondiale di consumo di acqua minerale: 189 litri l’anno, quasi il triplo degli americani. Del resto, la minerale fa bene a tutti, senza distinzioni. E poi, grazie all’incredibile varietà di tipi esistenti in Italia (almeno dieci), ciascuno può scegliere quella che più si adatta alle sue esigenze.
Come individuare l’acqua minerale che fa al caso nostro? Chi non ha voglia di approfondire troppo l’argomento, si può limitare a leggere l’etichetta, senza lasciarsi intimorire da tutte quelle voci un po’ oscure (come le caratteristiche chimiche e fisiche): basta basarsi sulla scritta sul davanti per capire se un’acqua stimola la diuresi, aiuta la digestione, è indicata nelle diete iposodiche o altro ancora.
 Altro dilemma: liscia, gassata o...? Gli irriducibili delle bollicine tengano in mente questa regola: occhio a non esagerare con quelle addizionate di anidride carbonica. Dissetano di più, ma provocano acidità e altri piccoli disturbi a livello gastrointestinale.
Ultimo dubbio: ci si può fidare dell’acqua in bottiglia? La risposta è sì, senza alcun problema. E non importa se la bottiglia sia di vetro o PET, il materiale che volgarmente chiamiamo plastica, ma che tale non è. La garanzia di purezza dell’acqua è comunque assoluta. L’importante è non esporre mai il contenitore al sole.
Di acqua minerale ce n’è di tutti i tipi e per tutti i gusti: da quelle consigliate a chi vuole perdere peso, a quelle ideali per gli amanti dello sport, fino a quelle che lo stesso medico suggerisce per prevenire alcune patologie come ipertensione o osteoporosi. Il difficile diventa dunque imparare a orientarsi.
Nella scelta, il più delle volte si finisce per affidarsi alla pubblicità, alla confezione più accattivante, al prezzo più abbordabile o al gusto. Mentre invece si dovrebbe puntare su quella che ha davvero le caratteristiche più adatte alle proprie esigenze. Vediamo allora di capirne di più.
L’acqua minerale può essere classificata secondo vari criteri differenti. Il più diffuso è quello che tiene conto del “residuo fisso” (sempre riportato in etichetta), vale a dire la quantità di sali minerali presenti nell’acqua. Questo parametro prevede una distinzione in quattro categorie:
  • Acque minimamente mineralizzate: se il residuo fisso è inferiore ai 50 mg/l
  • Acque oligominerali: se il residuo fisso è compreso tra 50 e 500 mg/l
  • Acque mediominerali: se il residuo fisso è tra 501 e 1500 mg/l
  • Acque ricche di sali minerali: oltre i 1500 mg/l
Un altro criterio molto noto consiste nel classificare le acque in base al tipo di sali minerali che contengono: per esempio bicarbonate, clorurate, solfate, magnesiache, calciche, sodiche ecc.
Nella scelta dell’acqua da bere, i bambini meritano una particolare attenzione, perché l’acqua ha un ruolo fondamentale per la crescita.
Quella per neonati
Le acque destinate ai neonati, secondo quanto stabilisce il Ministero della Salute, devono avere una quantità di nitrati inferiori ai 10 mg/l. Se è superiore, si alza il rischio di sviluppare la metaglobinemia. Per questo motivo l’acqua utilizzata per diluire il latte liofilizzato deve essere minimamente mineralizzata: così non si altera l’equilibrio (già perfetto) del latte in polvere e inoltre è più facile da digerire.
 Quella per bambini
Man mano che il bambino cresce deve aumentare anche il consumo dell’acqua, che va offerta anche se il piccolo non la richiede. In questa fase della crescita le più indicate sono le acque medio minerali. Le migliori? Quelle fluorate, perché rinforzano la struttura dei denti e prevengono la formazione di carie. Gli esperti suggeriscono di scegliere quelle che hanno una quantità di fluoro compresa tra 0,7 e 1 mg/l. Evitate quelle che ne contengono di più perché possono portare alla fluorosi.
Quella per adolescenti
In questa fase della vita è il momento di passare a un’acqua con un contenuto salino maggiore. Su tutte è da preferire quella ricca di calcio, un minerale indispensabile per l’accrescimento delle ossa. Controllate sull’etichetta che la quantità di calcio sia superiore ai 150 mg/l.
Quella per adulti
In questa fase della vita, gli esperti consigliano di scegliere tra le acque in commercio quelle che contengono sali minerali, in grado di offrire adeguata protezione all’organismo.
Quella per le donne
Il problema fondamentale per il gentil sesso è la prevenzione dell’osteoporosi: ecco perché l’acqua calcica è la più indicata per questa patologia. Si raccomanda di berla prima dei 30 anni perché è il periodo in cui il minerale meglio si accumula nelle ossa. Le dosi? Intorno ai 2 litri al giorno. Se il vostro timore sono i calcoli renali, potete stare tranquille: il calcio in eccesso viene espulso.
Quella per gli sportivi
Praticare sport fa sudare, a volte molto. E con il sudore si perdono molti liquidi e molti sali minerali. Per fare un esempio, un maratoneta può perderne fino a 7 litri. In estate, poi, la situazione peggiora. Quale acqua scegliere, allora? Quella medio minerale, con un contenuto di bicarbonato superiore ai 600 mg/l.  Se avete in programma una partita o una seduta in palestra, cominciate a bere circa mezzo litro di acqua due ore prima dell’impegno: favorirete il processo di smaltimento delle tossine prodotte dallo sforzo fisico.
Quella per gli anziani
Il rischio che corrono gli anziani è di non assumere ogni giorno acqua a sufficienza. Il meccanismo che regola lo stimolo della sete, dopo una certa età, viene rallentato. Per evitare episodi di disidratazione, gli esperti suggeriscono allora di bere a intervalli, senza aspettare di avere sete. Non solo.
Con l’acqua si possono combattere diverse patologie tipiche della terza età. Vediamo come.
Per chi non digerisce
Si raccomandano oltre a quelle acque che contengono bicarbonato, quelle con oltre 200 mg/l di solfati e quelle acidule con più di 250 mg/l di anidride carbonica.
Per chi ha la pressione alta
Uno studio condotto negli Stati Uniti su oltre 10 mila persone, ha mostrato che l’assunzione di 800 mg di calcio al giorno riduce il rischio di ipertensione. In commercio si trovano acque che ne contengono fino a 500 mg/l. Sconsigliate, invece, quelle con più di 10 mg/l di sodio.
Per chi ha problemi di diuresi
Per chi soffre di questi problemi le più indicate sono quelle oligominerali. Mentre per chi soffre di stipsi si consigliano quelle fortemente mineralizzate cloruro sodiche, ricche di solfati, magnesio e calcio.

mercoledì 21 dicembre 2016

Boswellia serrata dalle proprietà antinfiammatorie.

La Boswellia serrata, un albero diffuso prevalentemente in India, Nord Africa e Medio Oriente, da cui si estrae una resina per la preparazione di integratori fitoterapici utili nelle infiammazioni.
Ma cos'è l'infiammazione (o flogosi)? Si tratta di una risposta biologica dell'organismo che si verifica nei casi di traumi, ustioni, lesioni, infezioni virali o batteriche. Quando qualcosa di nocivo "aggredisce" il corpo, vi è una reazione naturale per tentare la rimozione degli agenti responsabili dell'aggressione, iniziando un processo riparativo.
L'infiammazione, che può presentarsi sotto forma acuta o cronica è caratterizzata dalla presenza di ben 5 fenomeni:
  • arrossamento
  • aumento della temperatura
  • dolore
  • gonfiore
  • riduzione della funzionalità.
Attenzione tuttavia a non confondere "infiammazione" con "infezione"; mentre quest'ultima è un invasione di virus, batteri o altri microrganismi patogeni, la prima è una reazione dell'organismo che cerca di guarire dall'aggressione. Certamente l'infezione può scatenare l'infiammazione.
Solitamente, l'infiammazione si presenta con dolore, rossore, immobilità, gonfiore, calore; è evidente che si tende a provare dolore dal momento che il gonfiore spinge contro le terminazioni nervose sensibili che inviano segnali di dolore al cervello.
Ma che c'entra tutto questo con la Boswellia? Prima di tutto è noto che le infiammazioni localizzate possono creare del dolore alle articolazioni, inoltre proprio la Boswellia, grazie alle sue proprietà, è stata impiegata per contrastare gli stati di tensioni provocati da infiammazioni localizzate, e quindi per favorire la funzione articolare. Infatti questa pianta si sta dimostrando un potente antinfiammatorio naturale, privo di effetti collaterali. Questa attività sembra dovuta principalmente all'inibizione della 5-lipossigenasi da parte degli acidi boswellici, che bloccanola sintesi dei leucotrieni, mediatori della flogosi acuta e cronica.
L'altra forma della Boswellia ...esistono circa 25 varità di Boswellia, le cui resine che trasudano dalla corteccia sono utilizzate come incensi, si distinguono per le differenti note aromatiche. La gommoresina della serrata che vegeta lungo le coste del Mar Rosso fornisce la qualità più pregiata di incenso: incenso d'Arabia o di Maidi.

martedì 20 dicembre 2016

Il sonno: orologio della salute.

Il sonno è l'orologio della salute, la sua carenza cronica predispone verso molte malattie: ipertensione, diabete, obesità. Molto speso siamo noi stessi, con le cattive abitudini, ad auto-indurci l'insonnia. Dormire da favola è ormai un privilegio di pochi. Rispetto a vent'anni fa fa dormiamo meno di circa 75 minuti, e non è una conquista: meno si dorme e meno si è produttivi.
Ci è sempre stato detto che durante il sonno il nostro cervello "fa le pulizie e mette in ordine", in pratica rielabora le esperienze, riorganizza e consolida i ricordi e le informazioni che ha raccolto durante la giornata, migliorando le funzioni cognitive.
In realtà ora si sa che nel sonno succede molto di più. Dormire fa rima con prevenire, ed è un dato di fatto. Un riposo adeguato inibisce il rilascio di cortisolo, l'ormone dello stress, il cui eccesso favorisce l'aumento della pressione arteriosa e dei battiti cardiaci. Si è inoltre osservato che questo processo inibitorio avviene soprattutto nella fase del cosiddetto sonno profondo non-Rem, ed è più efficace durante il sonno notturno piuttosto che in quello diurno, in cui sono per esempio costretti i lavoratori che fanno i turni di notte. Insomma tutti si concentrano sulla qualità del sonno, ma anche il momento in cui si colloca non è da sottovalutare.
Dormire bene contribuisce anche a conservare il peso forma. Inoltre consente di mantenere un buon equilibrio tra leptina e grelina, i 2 ormoni che regolano l'appetito. Chi dorme bene produce più leptina, l'ormone che serve a controllare la fame; al contrario, gli insonni hanno più grelina, l'ormone che porta all'aumento dell'appetito. Un altro aspetto positivo è che il sonno contribuisce alla regolazione del metabolismo degli zuccheri, per cui si è visto che l'insonnia può portare allo sviluppo dell'insulino-resistenza, che è l'anticamera del diabete.
Che con il riposo si riacquistino le forze non è una novità, ma pochi sanno che anche il nostro sistema immunitario ne esce rafforzato, dal momento che durante la fase di sonno profondo liberiamo citochine,sostanze che svolgono un ruolo fondamentale nell'attivazione dei meccanismi difensivi dell'organismo. Sono tutti motivi che letti al contrario ci dicono perchè una carenza cronica di sonno possa far danni al sistema nervoso, aumentare il rischio di malattie cardiovascolari, indebolire il sistema immunitario e modificare il metabolismo, facilitando l'aumento di peso.
Ma quanto deve durare il sonno per essere davvero proficuo per la nostra salute? Una volta si insisteva sulle canoniche otto ore. In realtà non si può stabilire a priori quanto bisogna dormire, perchè si tratta di un'esperienza molto soggettiva in cui conta di più la qualità. Se percepiamo il nostro sonno come appagante e ci sentiamo bene durante la giornata, Vuol dire che abbiamo dormito il giusto. La maggioranza degli adulti dorma dalle 6 alle 8 ore. Ma ci sono persone a cui basta molto meno per ricaricarsi e sentirsi in forma, vedi Churchill, Margaret Thatcher, Rita Levi Montalcini, ... a cui bastavano 3 o 4 ore.Einstein al contrario non rinunciava alle sue 11 ore filate di sonno.

lunedì 19 dicembre 2016

Curare senza farmaci i virus stagionali.

Le promesse della pubblicità sui farmaci per la tosse, mal di gola, raffreddore e febbre sono allettanti: basta imbottirsi di pillole e si guarisce in fretta. Le aziende farmaceutiche giocano tutte le loro carte per aumentare i loro profitti facendo leva sul non concedersi mai una battuta d'arresto, "e la giornata continua".
In realtà è quello che vogliamo. Il concetto di "azione rapida" che spesso ricorre negli spot ci alletta, "dobbiamo" guarire in poche ore. Perciò farmaci come sciroppo per i muchi e un'altro per la tosse, compresse per abbassare la febbre, fiale (ovviamente al cortisone) per aerosol, qualche pastiglia per il raffreddore, ma anche un antibiotico per essere sicuri (di che?), ... ah! dimenticavo: il Vicks Flu Tripla Azione ... poi logicamente ci vuole un'altro farmaco multivitaminico per tenerci un po' su. E così usciamo dalla farmacia con la busta della spesa pesante e il portafoglio leggero.
Ma la realtà è ben diversa: infatti, è vero che i sintomi si attenuano, ma il virus rimane fino a quando il decorso della malattia non arriva al capolinea. L'assunzione di farmaci non dovrebbe essere considerato un atto ordinario, un gesto abituale e superficiale. La ragione? nessuna prodotto chimico è privo di effetti indesiderati, vanno assunti solo se necessari e a ragion veduta.
In natura esiste di tutto. Spesso basta una tisana calda con le erbe giuste e un po' di miele, dell'olio essenziale di timo per abbassare la febbre e un po' di riposo. Se è necessario possiamo assumere un antibiotico naturale: un estratto di semi di pompelmo farà al caso; e se serve un contison-simile esiste il Ribes Nero.

Il mal di gola: di solito è virale, antibiotici inutili.

Innanzitutto è raro che servano antibiotici, le infezioni delle vie aeree superiori (faringite, laringite, tonsillite, sinusite, otite e simili) hanno perlopiù origine virale e guariscono spontaneamente nel giro di qualche giorno. Gli antiinfiammatori locali, come gli spray gola, attenuano il dolore e l'infiammazione, non guariscono. Il mal di gola è solo uno dei sintomi che accompagnano le malattie da raffreddamento, guariscono spontaneamente reidratando la gola con tisane calde o anche fredde e con una buona dose di riposo.

La febbre: non sempre è obbligatorio combatterla.

La febbre è uno dei meccanismi che il nostro corpo mette in moto per difendersi dagli agenti infettivi. Perciò se la febbre è moderata e i sintomi sono sopportabili non è opportuno assumere un farmaco antifebbrile. Se invece porta malessere quale mal di testa o disturbo del riposo allora possiamo intervenire con olio essenziale di timo o altro. Piuttosto, quando il rialzo della temperatura dura più di qualche giorno ed è accompagnato da sintomi strani o alterazioni del comportamento, si deve consultare il medico. Con la febbre è molto importante reidratarsi con acqua, tisane, spremute, succhi, ... e soprattutto riposare e dormire il più possibile.

Il raffreddore: etciù passa da solo.

C'è un detto popolare sul raffreddore: se lo curi dura una settimana, se non lo curi dura sette giorni. Il raffreddore è una semplice infezione delle vie respiratorie, e, anche quando dura molti giorni, è sempre provocato da un virus. Per alleviare i sintomi vanno bene i suffumigi, o qualche spray nasale perchè più comodo, bere molto e aria di casa ben umidificata con i contenitori pieni d'acqua sui caloriferi.

La tosse: è un sintomo utile per aiutare l'organismo ad espellere la tosse.

Se non provoca problemi particolari, ad esempio rendendo difficile dormire la notte, lasciamo che ci aiuti ad espettorare. Come sempre sono utili gli accorgimenti di prima:
  • Assumere molti liquidi magari sotto forma di tisane.
  • Umidificare l'aria: la gola irritata risente dell'aria troppo secca
  • Provare i suffumigi con essenze appropriate. Non devono essere troppo caldi, per non ustionare le mucose.
  • Fare un lavaggio nasale con soluzione fisiologica soprattutto nei bambini (il muco nasale di notte cola in gola).
  • Un cucchiaino di miele sciolto in una tisana calda è un buon sedativo della tosse.
  • Anche succhiare una caramella, balsamica o no, stimola la salivazione e la soluzione zuccherina avvolge e lenisce la mucosa irritata.

sabato 17 dicembre 2016

Microsfere: un danno per l'ambiente

Microsfere: un danno per l'ambiente. "Beat the microbead" è la campagna europea per vietare le particelle di plastica usate come esfolianti in molti prodotti per la cura del corpo e del viso. 
Si possono trovare in molti prodotti per l'igiene personale come esfolianti viso, scrub per il corpo, bagnoschiuma leviganti, peeling ma anche dentifrici e detersivi per la pulizia della casa. Si tratta di microsfere in polietilene (PE) o polipropilene (PP) usate appunto per la loro azione levigante ma che sono un vero e proprio problema per l'ambiente tanto da diventare un caso internazionale.
Trattandosi di microparticelle piccolissime, queste sostanze plastiche non vengono filtrate dai normali sistemi di depurazione e finiscono irrimediabilmente nei mari e nella nostra catena alimentare, perchè vengono ingerite dai pesci.
Per fortuna, le nostre aziende cosmetiche utilizzano già da tempo microsfere naturali biodegradabili. La Ismeg, titolare del marchio Frais Monde, utilizza:
  • Gommage Regular Viso: 
    Microsfere di cera di jojoba: perfettamente sferiche e dalla consistenzamorbida, asprtano con delicatezza le cellule morte e le impurità della pelle.
    Polvere di semi di uva: aiuta la rimozione delle cellule morte con effetto peelling di media intenzione e svolge contemporaneamente azione protettiva e normalizzante.
     
  • Gommage Soft Viso: 
    Microsfere di cera di jojoba: perfettamente sferiche e dalla consistenzamorbida, asprtano con delicatezza le cellule morte e le impurità della pelle.
    Polvere di nocciolo di oliva: aiuta la rimozione delle cellule morte con molta dolcezza grazie ad una e non aggressiva azione peeling, contiene antiossidanti utili alla pelle sensibile.
  • Gommage Strong Viso: 
    Microsfere di cera di jojoba: perfettamente sferiche e dalla consistenzamorbida, asprtano con delicatezza le cellule morte e le impurità della pelle.
    Polvere di semi di lampone: responsabile dell'effetto peeling e marcato, aiuta intensamente la rimozione ed essendo sorgente di polifenoli svolge attività anti infiammatorie e previene la carica batterica nel caso di pelle grassa.
  • Gommage Extra Strong Viso: 
    Microsfere di cera di jojoba: perfettamente sferiche e dalla consistenzamorbida, asprtano con delicatezza le cellule morte e le impurità della pelle.
    Polvere di guscio di noce: polvere naturale con marcato e deciso effetto peeling,aiuta in modo molto intenso a rimuovere le impurità. E' un prodotto Ideale per la rimozione forte delle cellule morte e combatte la pelle impura e migliora la pelle molto grassa.
  • Gommage Corpo Scrub Naturale: 
KIGELIA E QUILLAIA Accrescono la resistenza alla tensione locale con effetto rassodante, rafforzano il tono muscolare e l'elasticità cutanea. MICROALGHE Svolgono una profonda azione lifting, antiossidante e levigante. Stimolano la sintesi di collagene e riparano le fibre. RUSCO ED ESCINA Stimolano e riattivano la microcircolazione contribuendo all'attività snellente. CENTELLA ED EDERA Proteggono e rafforzano i vasi sanguigni. ACQUA TERMALE DI REPOLE Stimola il metabolismo, favorisce la penetrazione dei principi attivi.

giovedì 15 dicembre 2016

Erboristeria Dott.ssa R. Cantoro

L'Erboristeria Dott.ssa R. Cantoro ... se posso permettermi, vorrei dare un piccolo suggerimento o informazione a chi ancora non mi conosce.
Sono qui dal 2 gennaio 1988. Mi sono laurea in Farmacia all'Università di Bari nel '86. Nel corso degli anni, mentre lavoravo, ho preso una seconda laurea in Medicina Naturale (laurea estera) e conseguito un diploma in naturopatia per dar valore legale alla 2° laurea. Mi sono specializzata in Iridologia (e l'ho anche insegnata), poi in auricoloterapia, e in ... non voglio fare quella che sa tutto, ho ancora tanto da imparare e continuo a seguire corsi da chi ne sa più di me.
La mia Erboristeria è stata novità, cantiere, problemi, gioia, bollette e conti da pagare; ed ancora rifatto daccapo, ingrandito, lavorandoci a volte anche notte. Con la legge Bersani è diventata anche Parafarmacia per poter avere i prodotti omeopatici.
Intanto scelgo accuratamente le aziende che ritengo buone o ottime per la mia clientela , alcune le ho da quando ho aperto (29 anni !!!) altre le ho "trovate da poco"! Ma oltre a quelle presenti nel mio negozio ce ne sono tante altre altrettanto buone quindi... anche se andate altrove va benissimo ... ma faccio fatica a credere a chi mi viene a dire: "Non sapevo che tu miscelavi anche le erbe"... sono sgomenta 
Per il cliente (e per me) cerco sempre le novità, lavoro con lealtà, professionalità e correttezza, ed è questo che i miei "fiduciosi" vogliono da me 
Vi ringrazio, ogni volta, per aver scelto me.

mercoledì 14 dicembre 2016

Corteccia di China e le sue virtù.

Sin dall’antichità la China era apprezzata per le sue proprietà antimalariche, antidolorifiche e antifebbrili che l’hanno resa una delle droghe più importanti. Scopriamo tutte le virtù di questa pianta così utilizzata in erboristeria e fitoterapia.
Nella storia della medicina pochi farmaci possono essere considerati una vera pietra miliare come la corteccia di china. Analogamente ad altri prodotti, la scoperta delle sue proprietà terapeutiche, pur risalendo a meno di quattro secoli fa, è avvolta nella leggenda. 
Una delle versioni narra che in Perù, a seguito di un terremoto, diversi alberi di china caddero in un laghetto rendendone amare le acque. Dopo qualche tempo, gli indigeni della zona notarono che alcuni animali ammalati se si abbeveravano di quelle acque guarivano miracolosamente. Un soldato spagnolo affetto da malaria, venne perciò medicato dagli indigeni con l’acqua amara. Guarito che fu, l’uomo consigliò la preparazione ad altri suoi connazionali, colpiti dalla stessa malattia, fra i quali la contessa di Chincon, seconda moglie del vicerè del Perù. Fu in seguito a questi eventi che la china arrivò in Europa: secondo alcuni introdotta personalmente dalla nobildonna (Linneo nel XVIII sec. catalogherà l’albero della china come “Chinchona” in suo onore), secondo altri per mano dai Gesuiti di Lima (la droga verrà chiamata anche “polvere dei Gesuiti”).
La corteccia, toccasana contro la malaria, giunta in Spagna verso la metà del Seicento, all’inizio stentò ad imporsi, sia per l’opposizioni dei medici umorali che la ritenevano inadatta a curare un accumulo di umori caldi (febbre), sia per l’errata somministrazione nei modi e nelle dosi. Questa disputa durò per un trentennio, fino a quando l’inglese Robert Talbor, spacciandosi per medico e somministrando la “polvere dei Gesuiti”, guarì dalla malaria il re inglese Carlo II, il delfino del re francese Luigi XIV e altri aristocratici europei. La ricetta con la quale l’avventuriero britannico divenne ricchissimo derivava da un’infusione di china, “addolcita” con petali di rosa, succo di limone e finocchio. Nel Settecento, il costo della china era così alto, che la Spagna ricavava più denaro dalla vendita della sua corteccia di quanto ne guadagnasse dall’argento estratto nelle colonie americane. Ai primi dell’Ottocento la china si affermò come bevanda dalle fantastiche virtù digestive e taumaturgica, così testimoniate nelle pagine del trattato di Barbier (1837): “ha una facoltà tonica… sotto la sua influenza i tessuti degli organi si affermano perché la loro energia vitale aumenta… esercita un’azione evidente sull’apparato circolatorio cui conferisce forza… virtù utile nei fenomeni fisiologici ricorrenti.” Secondo gli studi medici del tempo la china era inoltre consigliata sia per aumentare i flussi mestruali, sia quale rimedio nei deperimenti organici e nelle consunzioni derivate da eccessi sessuali. 
Per tutto il XIX e XX sec. da sola o associata al ferro, la china rappresentò uno dei ricostituenti più popolari per risolvere le astenie sessuali e i casi d’impotenza d’affaticamento.
Con il nome China ci si riferisce ad una pianta arborea appartenente alla famiglia delle Rubiaceae originaria delle Ande, la Cinchona, da secoli utilizzata come aperitivo e digestivo, molto usata anche in erboristeria per le sue proprietà eupeptiche e soprattutto antimalariche. La maggior parte dei principi attivi della pianta sono concentrati nella corteccia, ricca di alcaloidi chininici, tannini, oli essenziali, resine e sostanze amare dalle molteplici virtù benefiche per la salute umana.

Proprietà della China e utilizzi:

Sia dal punto di vista liquoristico che erboristico, si tratta di un ingrediente molto utilizzato come aperitivo e digestivo naturale poiché i suoi principi attivi aumentano le secrezioni dello stomaco favorendo la digestione e proteggendo le mucose gastriche. La sua principale applicazione in medicina deriva dalle virtù antimalariche, antidolorifiche e antifebbrili.
Da essa, infatti, si ricava il ‘chinino‘, un antimalarico naturale. Oltre a queste applicazioni, la China è una droga apprezzata anche per contrastare la pressione bassa ed è utilizzata in campo cosmetico per la produzione di prodotti dedicati al trattamento dei capelli grassi. 

Le controindicazioni della China:

E' sconsigliato l’uso in gravidanza e allattamento. L’assunzione di estratto di china può provocare reazioni allergiche e intolleranze gastriche fino ad ulcera peptidica.


martedì 13 dicembre 2016

Maca peruviana o ginseng delle Ande

La Maca, nota anche come ginseng delle Ande o ginseng peruviano, è costituita dalla radice di Lepidium meyenii Walp. (Fam. Brassicaceae), una pianta tipica delle zone andine che cresce ad altitudini piuttosto elevate (3500 - 4500  metri).
L'interesse principale per questa radice è rappresentato dalla presenza degli aminoacidi, tra cui arginina, acido glutammico, acido aspartico, leucina, valina, glicina, alanina, fenilalanina ecc. È inoltre ricca di minerali: potassio, sodio, magnesio, calcio, fosforo, rame, zinco, manganese, ferro. Particolare interesse ha suscitato la presenza di due acidi grassi polinsaturi, maene e macamide, probabilmente responsabili dell'effetto afrodisiaco.
Al giorno d'oggi, la si utilizza soprattutto come rimedio adattogeno, afrodisiaco e per migliorare la fertilità, benché tali applicazioni terapeutiche non siano state ufficialmente approvate.
Generalmente, la dose giornaliera raccomandata è di 1,5-3 g di radice disidratata al giorno e si consiglia un trattamento di circa 12 settimane. Ad ogni modo, prima di utilizzare la maca o le sue preparazioni per fini terapeutici, è sempre bene chiedere il consulto preventivo del medico.

Attività biologica

La maca - in particolare la sua radice - è ricca di carboidrati, proteine, minerali e amminoacidi essenziali, che le conferiscono una valenza nutrizionale di un certo spicco e rilievo.
Grazie a questa sua particolare composizione, questa radice trova impiego come rimedio adattogeno, ossia come rimedio per migliorare le resistenze aspecifiche dell'organismo in risposta agli stimoli di stress esterno, sia fisico che psichico. Infatti, la maca è oggi presente in integratori e prodotti naturali utilizzati, appunto, come adattogeni e ricostituenti da sportivi e convalescenti.
A questa pianta, però, vengono anche ascritte proprietà afrodisiache e la capacità di aumentare la fertilità maschile.
Tali attività - attribuite alla maca già in tempi antichi dalla medicina popolare - sono state confermate da alcune ricerche condotte in merito. Più nel dettaglio, da uno studio condotto su uomini adulti è emerso che l'assunzione di un estratto di maca per quattro mesi ha prodotto un aumento del volume di sperma, del numero degli spermatozoi e della loro motilità, senza, però, alterare i valori ematici di LH, FSH, prolattina, testosterone ed estradiolo.
Inoltre, uno studio condotto su animali ha anche dimostrato un'attività di tipo afrodisiaco esercitata dalla stessa pianta.

Maca nella medicina popolare e in omeopatia

Le proprietà della maca erano già ben conosciute dalle popolazioni andine che per prime le attribuirono le proprietà per le quali questa pianta è oggi oggetto di studio. Infatti, già le antiche popolazioni peruviane sfruttavano la maca in campo medico per migliorare le prestazioni psicofisiche e come rimedio ricostituente e tonificante, oltre che come rimedio per contrastare l'infertilità e per migliorare le prestazioni sessuali.
Per quanto riguarda la medicina omeopatica, invece, al momento la maca non viene sfruttata in quest'ambito.
N.B.: le applicazioni della maca per il trattamento dei suddetti disturbi non sono né approvate, né supportate dalle opportune verifiche sperimentali, oppure non le hanno superate. Per questo motivo, potrebbero essere prive di efficacia terapeutica o risultare addirittura dannose per la salute.

Controindicazioni

Evitare l'assunzione di maca in caso d'ipersensibilità accertata verso uno o più componenti.
Inoltre, l'utilizzo della maca è sconsigliato anche in pazienti con disturbi tiroidei, endocrini e/o della prostata, in gravidanza e durante l'allattamento.

lunedì 12 dicembre 2016

Il Vischio (Viscum album): pianta parassita.

Perché ci si bacia sotto il vischio? Si tratta di un'usanza molto antica che vediamo fare ogni anno nel periodo natalizio.
Il vischio era anche la pianta associata alla dea anglosassone Freya (o Frigga), sposa del dio Odino e protettrice dell'amore e degli innamorati. La leggenda narra che Freya aveva due figli, Balder e Loki. Il secondo, cattivo e invidioso, voleva uccidere il primo, buono e amato da tutti. 
Venuta a conoscenza di ciò Freya cercò di proteggere Balder e chiese a Fuoco, Acqua, Terra, Aria e a tutti gli animali e le piante di giurare la loro protezione per l'incolumità del figlio, e così fecero. 
Loki però scoprì che la madre non si era rivolta ad una pianta, che non viveva né sopra né sotto terra: il vischio. Intrecciando i rami di questa pianta fece così un dardo appuntito, lo diede al dio cieco dell'inverno, che lo tirò dal suo arco e colpì, uccidendolo, Balder. 
Tutti gli elementi della Terra e del Cielo si rattristarono per la morte dell'amato Balder e per tre giorni e tre notti cercano con tutte le loro forze di riportarlo in vita, ma non riuscirono. Freya, rassegnata e disperata, pianse tutto il suo dolore sul corpo del figlio. Magicamente, le lacrime sincere della madre, a contatto con il dardo di vischio, diventarono le bacche perlate della pianta e Balder riprese vita. Così Freya, colma di felicità, ringraziò chiunque passasse sotto l'albero su cui cresceva il vischio con un bacio. 
Da lì in poi la dea vuole che chi sta sotto il vischio si baci, per avere la sua protezione eterna, simbolo della vita e dell'amore che sconfigge anche la morte.
I Druidi attribuivano al vischio un grande potere. Essendo una pianta aerea, che non ha radici ma vive attaccata al tronco di altri alberi, era considerata manifestazione degli dei che vivono in cielo; il toccare l'umana terra avrebbe voluto dire perdere i propri preziosi poteri. In effetti se usato bene aveva effetti curativi e miracolosi, se usato male poteva essere velenoso.
Viene definita la pianta della Luna, grazie alle sue bacche bianche e lattiginose, che quasi brillano al buio. I Celti usavano coglierlo soltanto in caso di reale necessità e con un falcetto d'oro, vestiti di bianco, scalzi e digiuni.

Le proprietà terapeutiche

Le proprietà terapeutiche del vischio, chiamata scientificamente viscum album, sono tante. Conosciuti sono gli effetti che la pianta esercita per quanto riguarda la regolazione del sistema circolatorio. Il vischio riesce ad essere efficace contro l’ipertensione arteriosa, perché è in grado di migliorare l’irrorazione sanguigna a livello cerebrale e cardiaco e inoltre aumenta la diuresi.
Ha anche un’azione sedativa, perché calma le palpitazioni e il nervosismo. E’ considerato un rimedio contro l’arteriosclerosi, perché riesce ad arginare la formazione delle placche aterosclerotiche, le quali possono restringere o ostruire le arterie. Ecco perché questa pianta è indicata per la prevenzione nei casi di soggetti che hanno avuto delle trombosi o delle embolie cerebrali.
Il vischio ha anche un potere emostatico, difatti il suo uso è raccomandato anche in caso di irregolarità del ciclo o se si è soggetti a mestruazioni abbondanti o ad emorragie uterine. Può essere considerato un’ottima soluzione per rendere meno acuti i dolori reumatici e agisce come antinfiammatorio nei casi di sciatica.
La pianta in questione è capace di rendere meno complessi i problemi gastrointestinali, agendo nello specifico contro la diarrea. E’ ricca di sostanze molto utili per la salute, come i tannini, le mucillagini, le ammine, gli antiossidanti e l’acido caffeico.
Può essere impiegata per combattere le affezioni respiratorie, che provocano disturbi come tosse ed asma.

Le proprietà antitumorali

Le proprietà antitumorali del vischio sono state sfruttate a livello clinico in Europa fin dal 1926, quando si è utilizzato un prodotto fermentato, ottenuto dal succo crudo della pianta. Questa sostanza era utilizzata come agente immunoterapico contro il cancro. In effetti il vischio contiene delle proteine, che hanno degli effetti immunostimolanti e pertanto capaci di contrastare le cellule tumorali, inibendone la proliferazione.
L’utilizzo del vischio è consigliato anche durante il trattamento chemioterapico e nel periodo post-operatorio, per stimolare le difese dell’organismo e per rafforzare l’azione dei farmaci antineoplastici. La ricerca scientifica ha confermato che la pianta avrebbe degli effetti da non sottovalutare in alcuni tipi di tumore in particolare, come quello polmonare, del pancreas, del colon-retto, mammario e cervicale.

Le controindicazioni e gli effetti collaterali

Le controindicazioni del vischio consistono in dei casi di eventuale ipersensibilità accertata verso alcuni componenti della pianta. E’ da tenere presente che ci possono essere delle interazioni farmacologiche da tenere sotto controllo, quando si assumono farmaci anticoagulanti, immunosoppressori e antidepressivi.
Il vischio possiede anche una certa tossicità, per cui non si deve esagerare nella sua assunzione. In genere le bacche vengono considerate più tossiche rispetto alle foglie e agli steli. Si deve fare particolare attenzione, anche se non si vuole incorrere in degli effetti negativi, che consistono soprattutto in reazioni allergiche, ma anche, nei casi più gravi, in shock cardiovascolare. Sono sempre le bacche, le quali, se ingerite in abbondanza, possono provocare vomito e diarrea.

sabato 10 dicembre 2016

THERMORELAX combatte il dolore con il calore.



ThermoRelax si basa sulle proprietà terapeutiche della TERMOTERAPIA.
LA TERMOTERAPIA
La termoterapia è un metodo terapeutico utilizzato sin dall’antichità come rimedio per migliorare l’afflusso di sangue e di conseguenza, l’apporto di ossigeno alle fasce muscolari e per ridurre la rigidità delle articolazioni.
THERMORELAX COMBATTE IL DOLORE CON IL CALORE
Negli stati dolorosi, acuti e cronici,ThermoRelax può alleviare il dolore, rilasciando calore sulla parte interessata, rilassando le aree doloranti a causa di affaticamento, tensione muscolare, distorsioni, stiramenti, dolori articolari.
Utilizzabili in qualsiasi momento in cui si voglia beneficiare di un sollievo prolungato.
Il dispositivo
Una volta aperta la confezione, a contatto con l’aria, raggiungerà la temperatura ottimale nell’arco di 30 minuti, mantenendo un calore costante fino a 10 h.
Posizionato nella specifica fascia o sotto gli indumenti è già pronto all’uso in 3 minuti.
La Fascia
Le Fasce della linea ThermoRelax sono in morbido tessuto, pratiche da indossare e comode sotto gli indumenti. Sono riutilizzabili quante volte vuoi grazie alle specifiche ricariche vendute separatamente.

I VANTAGGI THERMORELAX – CALDO BENESSERE

  • COMBATTE IL DOLORE SENZA MEDICINALI
  • HA UN’AZIONE MIRATA CONTRO I DOLORI MUSCOLARI E ARTICOLARI
  • E’ FACILE DA USARE E INDOSSARE
  • E’ UN TRATTAMENTO COSTANTE A LUNGA DURATA

Colpo della strega – sintomi e cure




Generalmente conviene rimanere nella posizione che ha provocato il dolore, movimenti bruschi potrebbero aggravare eventuali contrazioni muscolari.

Il riposo è inizialmente la terapia più efficace:

non dovrebbe però superare le 24/48 ore per non indebolire i muscoli.
Il dolore acuto dovuto al colpo della strega si risolve solitamente nel giro di 2-3 giorni, anche se per la sua scomparsa totale potrebbe essere necessaria una settimana ed oltre.
Durante questo periodo si consiglia di evitare sforzi e cercare di compiere movimenti lenti, senza torsioni brusche.
E quando passa la fase acuta?
Una volta superata la fase acuta, si può curare il dolore -se non eccessivo- con rimedi naturali, come gli oli essenziali (camomilla, rosmarino e lavanda) che contengono principi attivi ad azione antinfiammatoria.
Sono utilissimi allo scopo anche la terapia del calore ed esercizi di allungamento e riscaldamento della muscolatura.
Se poi il dolore fosse veramente intenso, consigliamo di affidarsi alle mani esperte di un medico osteopata.
Nota bene: nessuno dei suddetti suggerimenti o raccomandazioni sostituisce il parere del medico.

venerdì 9 dicembre 2016

Reflusso gastroesofageo

I sintomi del reflusso gastroesofageo

Bruciore a livello dello sterno, rigurgito acido, dolore toracico, tosse cronica, asma non allergica, raceudine e mal di gola: questi sono i principali sintomi del reflusso gastroesofageo che spesso, comparendo la notte e disturbando il sonno, posso pesantemente compromettere la qualità di vita.
Il reflusso gastroesaofageo è, sostanzialmente, la risalita del contenuto acido nell'esofago, quel canale lungo 25-30 cm che collega la bocca con lo stomaco.
Quando si mangia, l'esofago, aiutato dalla forza di gravità e da una serie di movimenti ritmici, riesce a far progredire il cibo deglutito verso il basso. Il passaggio del bolo alimentare nello stomaco è regolato dallo sfintere esofageo inferiore, una speciale valvola muscolare che si apre per consentire il transito del cibo, l'eruttazione ed il vomito.  Proprio questo sfintere richiudendosi impedisce la risalita verso l'alto dei succhi acidi presenti nello stomaco.
Il reflusso gastroesofageo si verifica quando l'omonimo sfintere si rilascia nel momento non opportuno consentendo il passaggio verso l'alto del contenuto gastrico (vedi figura). In virtù della sua acidità tale materiale va ad irritare la mucosa esofagea scatenando i sintomi tipici del disturbo.
Tale condizione diventa patologica quando il reflusso si verifica troppo spesso o quando il contenuto gastrico è eccessivamente acido.

Malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) ?

In condizioni normali il contenuto gastrico refluisce nell'esofago in modesta quantità ed in maniera episodica. Solo quando tale reflusso diventa importante per frequenza o per severità dei sintomi si instaura la cosiddetta malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE). 
La MRGE è una malattia benigna ma può essere causa di  disturbi cronici ricorrenti che interferiscono con la normale qualità della vita. Oggi si può parlare di malattia soltanto quando questi sintomi (rigurgito e bruciore retrosternale) compaiono almeno una volta alla settimana.

Cause

La causa più comune della malattia da reflusso gastroesofageo è l'alterata funzionalità dell'omonimo sfintere. Come abbiamo visto, quando questa specie di valvola non funziona correttamente il chimo gastrico può risalire verso l'alto irritando l'esofago.
Se non esistesse lo sfintere gastroesofageo, durante questo esercizio il contenuto gastrico, spinto dalla forza di gravità, sarebbe libero di risalire lungo l'esofago
La seconda causa in ordine di importanza è il rallentato svuotamento gastrico. Quando mangiamo il cibo triturato e amalgamato con la saliva giunge nello stomaco dove può rimanere per tempi più o meno lunghi. Tanto maggiore è il periodo di permanenza gastrica del cibo e tanto maggiori sono le probabilità che si verifichi un reflusso gastroesofageo.
Possono esistere inoltre dei problemi di motilità dell'esofago; in questi casi si assiste ad un'alterazione della sua capacità di far scendere il cibo dalla gola fino allo stomaco.
Anche alterazioni salivari possono predisporre il soggetto alla malattia da reflusso e alle sue complicanze. Ricordiamo infatti che la saliva è leggermente basica e che, essendo inoltre ricca di bicarbonati, è in grado di tamponare piccole quantità di acido accidentalmente risalite lungo l'esofago. Non è certo un caso che uno dei sintomi tipici della malattia da reflusso sia l'ipersalivazione, un metodo adottato dall'organismo per difendersi dagli acidi.
Se per qualche motivo il pH salivare si abbassa tale protezione viene meno e rende l'esofago più suscettibile all'attacco acido.
Insieme alla saliva la peristalsi esofagea contribuisce a proteggere l'esofago rimuovendo i reflussi acidi fisiologici.

Reflumil: contrasta i disturbi da reflusso.

Reflumil grazie ai principi attivi contenuti nell'estratto di puro succo di Aloe liofilizzato (1:200), coadiuva la regolare funzionalità del sistema digerente. Contiene Mucosave (polisaccaridi derivanti da Opuntia Ficus Indica e polifenoli contenuti nell'Olea Europaea)
Consigli per l'uso: si consiglia l'assunzione di 2 compresse dopo cena prima di coricarsi. Una seconda somministrazione può essere ripetuta nel corso della giornata secondo necessità individuale o comunque al bisogno.

Ingredienti: Sodio alginato, Mucosave (Opuntia Ficus Indica cladodi, Olea Europea foglie) estratto secco, Sodio bicarbonato, Calcio carbonato, Aloe (Aloe Vera succo essiccato) polvere in rapporto 1:200. Coadiuvanti tecnologici: Cellulosa microcristallina, Sorbitolo, Silice biossido, Magnesio stearato, Maltodestrine.

mercoledì 7 dicembre 2016

Menopausa. La natura per la donna.

La menopausa non è una malattia ma un momento fisiologico della donna che coincide con il termine del ciclo mestruale e quindi dell'età fertile. Il cambiamento è inevitabile !!!
Prima o poi ogni donna attraversa questa fase naturale di cambiamento. Chi prima, chi dopo. Il numero di ovuli, infatti, è già prestabilito fin dalla nascita. Solitamente le ovaie iniziano a ridurre la produzione di ormoni femminili verso i 45-55 anni, il livello di estrogeno diminuisce.
I principali cambiamenti nei livelli ormonali si manifestano in misura differente. Due terzi di noi donne si trovano a dover affrontare pesanti effetti negativi, sia sotto il profilo fisco che emotivo. Un terzo ha la fortuna di avere solo sintomi lievi.

I cambiamenti ormonali sono solo un aspetto della menopausa. Non devono essere ignorati, ma non dobbiamo neanche focalizzarci su di essi. Sapere che in alcune culture non esistono le parole “menopausa” o “vampate di calore” dovrebbe far riflettere.
C’è lo zampino delle lobby? Fin dagli anni ’60, le lobby farmaceutiche e i medici ci hanno convinti del fatto che dopo la menopausa le donne possano rimanere sane solo assumendo prodotti farmaceutici. Come dire, le donne non devono lamentarsi se decidono di patire i sintomi causati dai cambiamenti ormonali tipici della “malattia menopausa”, come ad es. le vampate di calore, la depressione o la secchezza vaginale, anziché colmare il deficit ormonale con una terapia ormonale sostitutiva (TOS).
La somministrazione di combinazioni estro-progestiniche a prima vista potrebbe apparire sensata. Tuttavia, da quando ho iniziato ad interessarmi a fondo all’argomento, ho cambiato la mia opinione. Mi sono resa conto che, allo stato attuale della scienza, la terapia sostitutiva è collegata ad un maggiore rischio di ammalarsi di cancro al seno e all’utero. Ci sono numerosi studi che lo dimostrano.
Mi sono impegnata a cercare alternative alla TOS per alleviare i sintomi. Così ho iniziato a provare un po’ di tutto: l’iperico e l’agnocasto, il trifoglio rosso e la cimicifuga racemosa e anche gli estratti di radice di rabarbaro e le cure con derivati della soia.
E così ho trovato Donna W, una linea di prodotti per la donna in menopausa che si vuole tutelare, raggiungere e mantenere il benessere non solo fisico ma anche mentale.

martedì 6 dicembre 2016

Omega 3 e Omega 6, come integrarli?

Sia gli acidi grassi omega-3 (ω-3) sia gli omega-6 (ω-6) sono importanti componenti delle membrane cellulari e sono importanti precursori di molte altre sostanze nell'organismo come quelle coinvolte nella regolazione della pressione sanguigna e nelle risposte infiammatorie. Gli acidi grassi ω-3 sono considerati sempre di più come fattori di protezione nelle malattie cardiache letali e sono noti i loro effetti antinfiammatori, che possono essere importanti in queste ed in altre malattie. C'è anche una crescente attenzione per il ruolo degli acidi grassi omega-3 nella prevenzione del diabete e di alcuni tipi di neoplasie.
Il corpo umano è capace di produrre tutti gli acidi grassi necessari, eccetto due: l'acido linoleico (LA), un acido grasso ω-6 e l'acido alfa-linolenico (ALA), un acido grasso ω-3. Questi devono essere apportati dalla dieta e si definiscono anche “acidi grassi essenziali”. Entrambi questi acidi grassi sono necessari per la crescita e la guarigione dei tessuti, ma possono anche essere utilizzati per la produzione di altri acidi grassi (es. l'acido arachidonico (AA) deriva dall'LA). Tuttavia, poiché la conversione ad acido grasso omega-3 eicosapentaenoico (EPA) e docosaesenoico (DHA) è limitata, si consiglia di includere nella dieta questi acidi grassi. Gli acidi grassi ALA e LA si trovano nei vegetali e nell'olio di semi. Anche se i livelli di LA sono di solito più alti rispetto a quelli di ALA, l'olio di colza e di noci ne sono ottime fonti. Gli acidi grassi EPA e DHA si trovano nell'olio di pesce (es. salmone, sgombro, aringa). L'acido grasso AA si può ottenere da fonti animali quali la carne e l'albume d'uovo.
 
Il rapporto omega-3/omega-6
 
Nel corpo umano LA e ALA sono in competizione, in quanto metabolizzati dallo stesso enzima. Questo aspetto è da tenere in considerazione per la salute poiché una eccessiva assunzione di LA potrebbe ridurre la quantità di enzima disponibile per il metabolismo di ALA con il conseguente aumento del rischio di malattie cardiache. Dati a sostegno di questa teoria mostrano che negli ultimi 150 anni, l'apporto di omega-6 è aumentato, mentre quello degli omega-3 è parallelamente diminuito, con l'aumento di malattie cardiache. Pertanto è stato applicato il concetto di un rapporto “ideale” tra omega-6 ed omega-3 nella dieta.
 
Tuttavia, non è ancora stato identificato il rapporto associato alla riduzione del rischio delle malattie cardiache e attualmente molti esperti suggeriscono che il rapporto è meno importante; ciò che preoccupa di più i ricercatori è la quantità assoluta di acidi grassi assunti. Un lavoro pubblicato su questo argomento ha stabilito che aumentando solamente la quantità di ALA, EPA e DHA nella dieta si può ottenere la quantità desiderata di questi acidi grassi nei tessuti corporei, e che non è necessario diminuire l'apporto di LA e AA. Inoltre, il metodo utilizzato è identico sia per le diete che hanno un corretto apporto di omega-6 e omega-3, sia per quelle che sono carenti di entrambi.
 
Come ristabilire l’equilibrio tra omega 3 e omega 6

Il modo migliore per ristabilire un giusto equilibrio nel rapporto tra gli ω-6 e gli ω-3, è quello di apportare alcune modifiche nelle proprie abitudini alimentari, così da incrementare, nel modo corretto, il consumo di cibi ricchi di omega-3:
  • Limitare il consumo di oli di semi di girasole, sesamo, noci, arachidi, mais, preferendo sempre e comunque oli spremuti a freddo;
  • Utilizzare di norma l’olio d’oliva per condire e insaporire i piatti in cucina;
  • Ridurre il consumo di carne, uova e prodotti caseari;
  • Consumare pesce azzurro due o tre volte a settimana, anche sotto forma di olio;
  • Introdurre nel proprio menu i semi di Chia, l’olio di canapa e di lino, i kiwi ed i mirtilli rossi, tutte altre buone fonti di omega-3.
  • Tra verdure e ortaggi, spinaci e cavolfiori hanno un posto di rilievo circa la quantità di omega-3 posseduti.
Gli alimenti ricchi di omega-3 andrebbero cotti per poco tempo, a causa dell’alta sensibilità che gli acidi grassi hanno nei confronti delle alte temperature. Pertanto, onde evitare di perdere una quota importante di ω-3, è consigliabile ridurre i tempi di cottura del pesce. Attraverso queste piccole accortezze, sarà possibile non soltanto variare i pasti e provare gusti nuovi per il palato, ma soprattutto si darà una mano concreta al proprio stato di salute e al benessere generale dell’organismo, garantendone un miglior funzionamento.
NOTA BENE: recenti sviluppi indicano come - in termini di rischio cardiovascolare - il rapporto omega 6/omega 3 non giochi un ruolo rilevante nella realtà clinica. Piuttosto che affannarsi alla ricerca di un ottimale bilanciamento, sembra preferibile preoccuparsi di sostituire i grassi saturi e quelli trans con analoghe quantità di acido linoleico. Infatti, nell'ambito di una dieta a basso tenore di grassi saturi e trans, un apporto di ω-6, in particolare di acido linoleico, almeno fino al 5-10% delle calorie totali, sembra svolgere un effetto protettivo nei confronti del rischio coronarico.
Analogo discorso per l'attività pro-infiammatoria degli omega-6, la quale - seppur ampiamente teorizzata e dimostrata in vitro - non sembra trovare conferma negli studi sull'uomo. Anzi, alcuni studi hanno addirittura rilevato una correlazione inversa, con prevalenza dell'attività antiinfiammatoria in vivo degli ω-6 introdotti con la dieta.

lunedì 5 dicembre 2016

Tinta per capelli senza Parafenilendiammina

BioKap Nutricolor Tinta Delicato

Colori caldi, luminosi e naturali

Formulazione senza Parafenilendiammina.

L’esclusiva formula di BioKap Nutricolor Tinta Delicato, a base di ingredienti vegetali e ad alta tollerabilità cutanea, nutre e ripara i capelli  mentre li colora e copre perfettamente i capelli bianchi. Con complesso TRICOREPAIR a base di proteine del riso, derivato del salice ed acidi lipofili di frutta. Arricchito con olio di Argan da agricoltura biologica, nutre i capelli e li rende più morbidi e luminosi.

Formulazione senza Parafenilendiammina e senza Fenilendiammine.

Biokap Nutricolor Tinta Delicato + è la formulazione più delicata della linea BioKap Nutricolor, in 4 nuances, anche senza Fenilendiammine. La sua esclusiva formula a base di ingredienti vegetali e ad alta tollerabilità cutanea nutre e ripara i capelli  mentre li colora e copre perfettamente i capelli bianchi. Con complesso TRICOREPAIR a base di proteine del riso, derivato del salice ed acidi lipofili di frutta. Arricchito con olio di Argan da agricoltura biologica, nutre i capelli e li rende più morbidi e luminosi.

QUANDO USARLO

Per coprire perfettamente i capelli bianchi, fin dalla prima applicazione e per una colorazione di lunga durata.

COME USARLO

Da oggi utilizzare le tinte Biokap Nutricolor è ancora più pratico: inserisci il flacone Nutrifix nel foro indicato dal tratteggio sul retro dell’astuccio ed indossa la mantellina protettiva monouso contenuta all’interno della confezione. Poi procedi  miscelando il contenuto del tubo del colore e come da indicazioni contenute nel foglietto di istruzioni.
Scegliere le nuances in rapporto alla quantità di capelli bianchi, seguendo le istruzioni presenti sulla confezione.

COSA CONTIENE

Complesso TRICOREPAIR a base di proteine del Riso ad azione ristrutturante, derivato del Salice con azione protettiva del colore e acidi lipofili della frutta che si prendono cura del cuoio capelluto durante il periodo di applicazione della tinta. L’Olio di Argan, per l’elevato contenuto di acidi grassi insaturi e vitamina E, protegge, ristruttura e rende luminosi i capelli sfibrati e fragili.

NOTE

14 Nuances. Senza Ammoniaca, senza Resorcina, senza Parabeni, senza Profumo e senza Parafenilendiammina. Nickel tested e Dermatologicamente testato.
Prima dell’uso leggere attentamente le istruzioni riportate sulla confezione. Effettuare sempre un test di sensibilità 48 ore prima di ogni applicazione.
https://www.youtube.com/watch?v=Ds7gky3EmGg&feature=youtu.be