martedì 31 gennaio 2017

L’Amaro Svedese di Maria Treben

l’Amaro Svedese di Maria Treben è un’antica ricetta erboristica in soluzione alcolica in grado di guarire, con estrema rapidità ed efficacia, un’infinità di disturbi: dai semplici ed occasionali mal di testa e mal di stomaco, a casi ben più complessi e spesso cronici quali: dolori alla colonna vertebrale e cervicale, artrite, artrosi, ulcere, fistole, acufeni (ronzii alle orecchie), sinusiti… e perfino sordità, paralisi e alcuni tipi di tumori! Giusto per citarne alcuni.
In realtà le patologie curabili con l’Amaro Svedese sono molte, ma molte di più.
Nell’antico manoscritto, dove è stata rinvenuta la ricetta, vengono elencati in 46 punti tutte le patologie e i disturbi dove l’uso dell’Amaro di M. Treben è stato testato con esito positivo, portando alla guarigione del paziente.
L’Amaro Svedese è un estratto alcolico ottenuto lasciando a macerare in un litro e mezzo d’acquavite di grano o di frutta, dalla gradazione alcolica di 40° (tipo il gin, o la grappa),  per 15 giorni, al sole (o vicino a una fonte di calore), una precisa miscela di erbe essiccate (dette Erbe Svedesi).
Queste sono le erbe utilizzate da Maria Treben per la preparazione dell’Amaro Svedese:
  • 10 g di Aloe (Aloe vera, Aloe barbadensis);
  • 5 g di Mirra (Commiphora myrrha);
  • 0,2 g di Zafferano (Crocus sativus);
  • 10 g di radice di Angelica (Angelica archangelica);
  • 10 g di radice di Rabarbaro (Rheum rhabarbarum);
  • 5 g di radice di Carlina (Carlina vulgaris);
  • 10 g di foglie di Cassia (Cassia angustifolia);
  • 10 g di radice di Curcuma (Curcuma zedoaria);
  • 10 g di Canfora naturale (Canfora Cinese);
  • 10 g di Teriaca Veneziana (un miscuglio di diverse erbe e spezie);
  • 10 g di Manna
Maria Treben (1907 – 1991) fu una famosa scrittrice e studiosa della pratica della medicina naturale attraverso le erbe mediche.
E’ a questa signora speciale che dobbiamo i ringraziamenti per la diffusione della ricetta dell’Amaro Svedese attraverso la pubblicazione del suo libro “La Salute dalla Farmacia del Signore” ormai divenuto un bestseller mondiale, tant’è che è stato pubblicato in più di 20 lingue diverse, vendendo oltre 8 milioni di copie.
In particolare queste sono le malattie in cui Maria Treben consiglia, o per uso esterno, o per uso interno, o in entrambe i modi, l’utilizzo delle gocce di Amaro Svedese:
  • Acufeni
  • Allergie respiratorie
  • Angioma cavernoso
  • Artrosi e artrite
  • Balbuzie e disturbi della parola
  • Borsite
  • Cancro al fegato
  • Cancro ai linfonodi
  • Cancro della pelle
  • Cancro ai polmoni
  • Cancro ai reni
  • Cancro al seno
  • Cancro allo stomaco
  • Cancro all’utero e alle ovaie
  • Cancro alla tiroide
  • Cataratta
  • Cirrosi epatica
  • Coliche biliari e renali
  • Distacco della retina dell’occhio
  • Disturbi del Pancreas
  • Dolori di qualsiasi tipo (da contusioni, lesioni, ferite, o malattie)
  • Enfisema polmonare
  • Fistole
  • Flebiti
  • Glaucoma
  • Gotta
  • Macchie della pelle (anche di antica data)
  • Mal d’orecchio
  • Meningite
  • Morbo di Parkinson
  • Nei
  • Nevralgie facciali
  • Ictus (prevenzione e trattamento di paralisi post-ictus)
  • Leucemia
  • Onichia (infiammazione del letto ungueale)
  • Polmonite
  • Rigidità e deformità degli arti
  • Sclerosi Multipla
  • Sinusite
  • Sordità
  • Trombosi
  • Unghie fragili o danneggiate
  • Verruche
La sig.ra Treben non si limita semplicemente a fare un elenco dei disturbi trattabili con l’Amaro Svedese, ma si sofferma a spiegare nel dettaglio, caso per caso, consigliando una serie di rimedi naturali utili, tra cui appunto l’Amaro Svedese e spiegando inoltre le modalità di utilizzo di ogni rimedio (uso interno, esterno), i tempi e la frequenza di applicazione.
Anche se l’Amaro Svedese è un fitoterapico prodotto su base alcolica, la sig.ra Treben ci tiene a precisare che il suo potere terapeutico supera di gran lunga le controindicazioni dell’alcol e può essere assunto senza problemi anche da chi soffre di disturbi del fegato, del pancreas o dei reni. Anzi, sottolinea come il consumo costante di 2 cucchiai al giorno di Amaro Svedese, uno la mattina e uno la sera, diluiti in un bicchiere d’acqua, sia un ottimo modo per prevenire queste e molte altre patologie.
Per maggiori info vi rimando alla lettura del libro.

lunedì 30 gennaio 2017

La rucola: aromatica e pungente.

La rucola, nome scientifico Eruca Sativa, è una pianta con interessanti proprietà appartenente alla famiglia delle Crucifere. Cresce in modo spontaneo nell’area mediterranea fino ad un’altitudine di 800 metri sul livello del mare. Le sue foglie hanno un gusto intenso, quasi acidulo, che le caratterizza.
Il suo ciclo vitale è molto veloce tanto che, dopo la semina che avviene solitamente in primavera, può essere raccolta per essere consumata già dopo poche settimane. La rucola si presta anche ad essere coltivata in contenitori.
Oltre alla rucola domestica esiste anche la rucola selvatica che, pur mantenendo lo stesso gusto, presenta foglie diverse e fiori di un altro colore.

Rucola Composizione Chimica

È composta per il 91,7 % da acqua, dal 2,5 % di proteine, carboidrati,  1,4 % da ceneri, 1,6 % fibre, 0,7 % grassi e dal 2 % di zuccheri.

Proprietà e Benefici della Rucola

  1. presenza di vitamina C. In tempi passati veniva impiegata per combattere lo scorbuto;
  2. grazie a vitamina E, beta-carotene, luteina e zeaxantina ha proprietà antiossidanti e per questo motivo includerla nella nostra dieta non può che portare benefici al nostro organismo.
  3. presenza di potassio, ferro, calcio e fosforo, e quindi in grado di apportare benefici al sistema immunitario rendendo l’organismo più resistente alle allergie di stagione.
  4. ha un alto contenuto di nitrati, 250 mg circa per 100 gr. È stato dimostrato che una dieta contenente una buona quantità di nitrati è in grado di abbassare la pressione sanguigna riducendo allo stesso tempo la richiesta di ossigeno da parte dell’organismo durante l’attività fisica.
  5. stimola l'appetito;
  6. migliora la digestione in quanto è in grado di favorire la produzione di succhi gastrici;
  7. azione diuretica;
  8. azione bechica;
  9. benefica per il fegato;
  10. azione carminativa, favorisce l'espulsione dei i gas intestinali;
  11. stimola l'organismo nel periodo di convalescenza e debolezza;
  12. azione calmante e tonificante quando viene assunta come tisana con menta e cime fiorite di santoreggia.
  13. recenti studi hanno approfondito il ruolo degli antociani, dei fenoli e dei carotenoidi nella lotta ai tumori. Sembra infatti che i composti appena citati abbiano proprietà antitumorali e siano in grado di uccidere le cellule tumorali per apoptosi, ovvero la morte cellulare programmata.

Controindicazioni

Come tutti gli elementi naturali, anche la rucola non ha importanti controindicazioni, se non nei soggetti allergici. L’unico accorgimento da prendere è di non consumarne troppa: a dosi elevate infatti la rucola produce un metabolita che può avere effetti irritanti sull’organismo. Si consiglia quindi di assumere al massimo 2 pugni di rucola cruda al giorno. Per il suo contenuto di vitamina K, se si assumono farmaci anticoagulanti (es: Coumadin®) consultare il medico prima di consumare rucola.

sabato 28 gennaio 2017

Antibiotico-resistenza: pericolo per l'umanità.

L'antibiotico-resistenza rappresenta una delle più grandi minacce che l'umanità dovrà affrontare nei prossimi anni: i governi di tutto il mondo e le principali istituzioni che si occupano di Salute guardano con molta preoccupazione questa emergenza.
L'antibiotico-resistenza rappresenta un pericolo per la salute e la sicurezza di tutta l'umanità.
La situazione del nostro Paese è molto grave: l'Italia è il Paese europeo con la più alta percentuale di resistenza verso quasi tutti gli antibiotici e oggi si registrano circa 7.000 decessi ogni anno causati da batteri che non rispondono più ai trattamenti. Tra le cause che hanno portato all'instaurarsi di questa situazione c'è l'uso improprio che è stato fatto negli anni degli antibiotici, alla base del quale c'è soprattutto una mancata conoscenza del corretto utilizzo di queste sostanza. Conoscere le differenze, approfondire, interrogarsi sulle proprie abitudini, significa compiere un percorso di consapevolezza e di tutela. E' in pericolo la salute principalmente dei bambini che, sottoposti ad un uso scorretto di farmaci come gli antibiotici, diventeranno adulti più fragili e malati.
Prodeco Pharma ci propone di realizzare, insieme, una campagna di sensibilizzazione sulla tematica dell'antibiotico-resistenza e ci offre strumenti di comunicazione per creare occasioni di informazione e sensibilizzazione sulla tematica.
Partiamo da qui. Dal futuro. Pensiamo alla salute dei bambini, approfondiamo la nostra conoscenza, compiamo scelte consapevoli: custodiremo il loro futuro e quello della società.
Vi aspetto in Erboristeria in via Garibaldi, 91 ad Alberobello. 

giovedì 26 gennaio 2017

Salute: il sintomo non è la malattia

La via per la salute? Cercare sempre l’origine del nostro problema!

Di fronte ad un problema di salute, l’approccio della medicina occidentale è quello di offrire un rimedio (che non sempre è la soluzione al problema stesso).
Dottore ho mal di testa. Cosa posso prendere per farmelo passare?”. Le richieste sono di questo tipo. Si segue un approccio sintomatico, ovvero un approccio che prevede la soppressione del sintomo.
Da tener conto che il sintomo non è la malattia: è il modo in cui si manifesta uno squilibrio, il modo in cui il nostro organismo ci segnala la presenza di un disagio più profondo. Rimuovendo il sintomo, avremo semplicemente messo a tacere noi stessi.
La soluzione? Ascoltare il messaggio, interpretarlo, risalire alla causa del problema e lavorare su quello.
Coloro che si limitano a studiare e a trattare gli effetti della malattia sono come persone che si immaginano di poter mandar via l’inverno spazzando la neve sulla soglia della loro porta.
Non è la neve che causa l’inverno, ma l’inverno che causa la neve.
Theophrastus Paracelsus (1493-1541)
Un disagio può essere interpretato in chiave Yin o Yang. E i messaggi che ci vengono dai nostri desideri alimentari possono svelare la nostra condizione.
Cosa vuol dire aver voglia di dolce? Probabilmente mangiamo troppi cibi animali e prodotti da forno! Ossia, siamo in una condizione troppo Yang e, per bilanciare, cerchiamo lo Yin!
La soluzione? Eliminare la causa: rimuovere i cibi troppo Yang (compreso il troppo salato!)
Se abbiamo voglia di zucchero e continuiamo a mangiare cibi animali o prodotti da forno, questi ci portano ad una congestione maggiore di milza/pancreas (ci fanno aumentare l’insulina): ciò ci causerà ipoglicemia e ci porterà a desiderare maggiormente zucchero, cibi dolci.
Chiaramente, sarà buona norma, eliminare anche lo zucchero e i prodotti raffinati (ad alto indice glicemico!).
Ippocrate, vissuto 2500 anni or sono, aveva già compreso l’impossibilità della guarigione senza eliminare le reali cause. Oggi abbiamo disimparato e, facendoci guidare dall’influenza della medicina moderna, ci limitiamo a eliminare il sintomo.
Cerchiamo sempre l’origine del nostro problema!
Questa è la via per la salute!
Spesso non è ciò che mangiamo che ci cura, ma ciò che non dovremmo mangiare.

mercoledì 25 gennaio 2017

Cartilagine di squalo: quali proprietà?

La cartilagine di squalo che serve al benessere del ginocchio e contro l'artrosi, viene ricavata dalle pinne e dalla testa degli squali, ed è composta da sali di calcio, amminoacidi, proteine, glicoproteine ed altri minerali, la cartilagine di squalo può essere efficace contro particolari condizioni quali l’artrite, l’osteoporosi, la psoriasi, le malattie infiammatorie, il cancro e la degenerazione muscolare.
Grazie alla sua capacità di inibire l’angiogenesi, ossia lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni a partire da quelli già esistenti, la cartilagine di squalo viene generalmente usata nelle cure che hanno come scopo il trattamento alternativo del cancro, proprio perché riesce a bloccare il rifornimento di sostanze nutritive e di ossigeno al tumore e ad impedire perciò la crescita di quest’ultimo.
Secondo degli appositi studi scientifici inoltre, questa sostanza sembrerebbe avere anche delle proprietà anti-tumorali in grado di aumentare l’attività del sistema immunitario, fermando o rallentando a loro volta la crescita del cancro.
I glicosaminoglicani presenti nella cartilagine infatti sono in grado di stimolare il sistema immunitario e di generare delle mirate azioni anti-infiammatorie che vanno a colpire i tumori.
Cartilagine di squalo come anti-infiammatorio: alcune proteine presenti nella cartilagine di squalo permettono a questa sostanza di possedere delle particolari proprietà anti-infiammatorie, efficaci in caso di psoriasi, ovvero un’ infiammazione della pelle causata dalla dilatazione dei capillari.
Grazie alle sue proprietà ed alla capacità di inibire la formazione di nuovi vasi sanguigni, un uso regolare e costante di cartilagine di squalo può perciò diminuire drasticamente il rischio non solo della psoriasi, ma anche dell’eczema per quanto riguarda ancora la pelle, e dell’asma, un’altra condizione infiammatoria delle vie respiratorie.
Cartilagine di squalo ed artrite: la cartilagine di squalo può aiutare notevolmente le persone che soffrono di artrite, in quanto un apporto corretto e costante di tale sostanza può favorire sicuramente la ricostruzione della cartilagine nel corpo, oltre ad aumentare la produzione e la quantità di liquido sinoviale ed a permettere una migliore circolazione del sangue alle estremità.
Se assunta per un lungo periodo di tempo, la cartilagine di squalo consente anche di eliminare il dolore articolare e di diminuire i sintomi dell’artrite stessa.
Cartilagine di squalo ed osteoporosi: poiché la cartilagine di squalo contiene calcio ed altri minerali nella sua composizione, assumerla significa incrementare la quantità di tali sostanze nel corpo, che non possono fare altro che giovare e rafforzare le ossa, diminuendo allo stesso tempo la probabilità del rischio di osteoporosi.
Dosaggio della cartilagine di squalo: la quantità di cartilagine di squalo giornaliera varia da persona a persona. In modo particolare:
Per prevenire l’insorgenza di sintomi e condizioni, è sufficiente un apporto compreso tra 500 mg e 2 grammi giornalieri.
In caso di lievi dolori, 3 grammi al giorno possono essere sufficienti.
In caso di dolore acuto, è necessario un apporto di 5 grammi al giorno, che può essere diminuito a 2 se dopo una settimana il dolore diminuisce.
In caso di dolore cronico, devono essere presi 10 grammi al giorno nella prima settimana, poi ridotti a 2 se il dolore diminuisce.
In caso di artrite o di lesioni sportive, sono necessari 10 grammi di cartilagine di squalo al giorno, suddivisi in tre dosaggi tra mattino, pomeriggio e sera, per poi diminuire la quantità una volta che il dolore comincia farsi meno intenso.
E’ comunque molto consigliato rivolgersi sempre al proprio medico di fiducia o al proprio fornitore, che indicheranno il dosaggio che più è consono in base alle caratteristiche ed alla salute di ognuno, per evitare così eventuali effetti collaterali.
Effetti collaterali e controindicazioni della cartilagine di squalo: alcuni effetti collaterali che sono stati segnalati in seguito ad un sovradosaggio di cartilagine di squalo includono indigestione, febbre, nausea e costipazione.
La cartilagine di squalo può diminuire la formazione di vasi sanguigni, e proprio per questo motivo il processo di guarigione che può seguire ad una malattia o ad un intervento chirurgico può venire rallentato. Inoltre, gli atleti ed i body buliders che stanno seguendo uno specifico programma di allenamento per aumentare i muscoli dovrebbero evitare tale sostanza, in quanto i muscoli hanno bisogno della formazione di nuovi vasi sanguigni per crescere.
Anche le persone che sono allergiche ai frutti di mare dovrebbero evitare la cartilagine di squalo, poiché può generare delle reazioni allergiche in questo caso.
Delle infezioni inoltre potrebbero verificarsi anche nelle persone che possiedono un numero basso di globuli bianchi.
La cartilagine di squalo per finire può ostacolare lo sviluppo e la crescita dei bambini, quindi le donne in gravidanza o in fase di allattamento dovrebbero evitare di prenderla.
Nel caso dovessero presentarsi uno o più dei seguenti sintomi, è molto consigliato richiedere l’assistenza medica o sanitaria.

martedì 24 gennaio 2017

Con il maqui difendi anche gli occhi

L’Aristotelia chilensis – questo il nome scientifico del vegetale – è una pianta della famiglia delle Elaeocarpaceae diffusa nelle foreste temperate del Cile e dell’Argentina. L’arbusto, pur mantenendo un fusto mediamente sottile, può raggiungere i 5 metri d’altezza e produce delle particolari bacche violacee, dal sapore lontanamente simile al sambuco. Pur essendo una pianta sempreverde, la produzione del frutto – quello che si utilizza agli scopi di cura – è molto lenta: ci vogliono più di 5 anni per raggiungere un raccolto di circa 10 chili. Di seguito, le proprietà e gli usi più comuni.
Le peculiarità curative delle bacche di Maqui sono definite dai loro principi attivi e nutritivi. In particolare, già ben noto è l’effetto della vitamina E per contenere tutti quei problemi dovuti all’invecchiamento e ai radicali liberi, dalla cura della pelle alla caduta dei capelli. Le applicazioni di questa pianta, tuttavia, non si limitano a questi unici campi. Le dosi per l’assunzione variano da persona a persona, a seconda del disturbo che si intende trattare, e non possono prescindere dal consiglio di uno specialista. Di seguito gli usi più famosi, solitamente in infuso, in succo o tramite integratori alimentari:

Effetti collaterali e controindicazioni

A oggi non esistono sufficienti studi sui possibili effetti collaterali, così come anche sulle precise controindicazioni, derivanti dall’assunzione delle bacche di Maqui. Per questo motivo la somministrazione deve essere effettuata con estrema cautela e sempre dopo aver vagliato il parere del medico curante. Inoltre, non essendone ancora note le interazioni, sarebbe meglio evitare il ricorso in concomitanza con altre cure farmacologiche, in particolare medicinali per la riduzione dei livelli di colesterolo, poiché il rimedio ne potrebbe aumentare gli effetti. Sebbene manchi una precisa rappresentatività statistica, diversi consumatori hanno lamentato stipsi introducendo le bacche di Maqui nella loro dieta: si tratta di un effetto collaterale probabilmente compatibile con le caratteristiche astringenti del ritrovato.

lunedì 23 gennaio 2017

Fitomariano Solgar, ovvero: Silybum marianum Gaertn.

Fitomariano Solgar, ovvero: Silybum marianum Gaertn.
Il Cardo mariano (Silybum marianum Gaertn.) è una pianta erbacea che cresce nel bacino del Mediterraneo in terreni incolti e aridi. Contiene Flavolignani cioè derivati dei flavonoidi tra cui la più nota silimarina.
FITOMARIANO contiene l'estratto di semi di Cardo mariano standardizzato all'80% in flavonoidi totali inclusa silimarina in associazione alla pianta intera polverizzata. Il Cardo mariano è antiossidante, supporta la funzionalità digestiva ed epatica e favorisce le funzioni depurative dell'organismo. Queste proprietà rendono il cardo mariano un utile supporto all'organismo in seguito ad un uso prolungato di farmaci, di eccesso di tossine o semplicemente per un periodo di depurazione. (Certificato KOF-K di Solgar n.K-1250.)
Cardo Mariano (Silybum marianum Gaertn.) pianta intera polverizzata ed estratto standardizzato di semi (80% flavonoidi totali inclusa silimarina). Idrossipropilmetilcellulosa. Antiagglomerante: Magnesio stearato vegetale. Agente di carica: Cellulosa microcristallina. Antiossidante: Base in polvere PhytO2XTM(beta-carotene e vitamina C [acido L-ascorbico]).
Questa bella pianta delle Composite deve il suo nome a una tenera leggenda: le macchie bianche che costellano le foglie inferiori, disposte a stella, sarebbero state formate dalle gocce di latte cadute dal seno della Madonna mentre allattava il piccolo Gesù. Il cardo mariano cresce ovunque nel bacino mediterraneo svettando i fiori piumosi color ametista sul lungo gambo fibroso. Usato fin dall'Alto Medioevo, il cardo mariano entra in tutti gli erbari come rimedio per le fitte al cuore e all'addome, contro le emorragie e i crampi infantili.
A chi serve il cardo mariano
-         A chi soffre di cirrosi o epatite
-         Durante o dopo l'assunzione prolungata di farmaci di sintesi
-         A chi consuma molto alcool
-         Ai fumatori irriducibili
Modo d'utilizzo
Deglutire da 1 a 3 capsule vegetali al giorno, con acqua, preferibilmente al pasto. Non superare la dose consigliata. Confezionato in bottigliette da 60 capsule vegetali.
Cautele d'utilizzo
Sconsigliato in gravidanza e allattamento.


sabato 21 gennaio 2017

Olio essenziale di Rosmarino

L’olio essenziale di rosmarino è ricavato da Rosmarinus Officinalis , una pianta della famiglia delle Labiate, dal caratteristico profumo mediterraneo, può essere utilizzato in diverse situazioni: aiuta in caso di stanchezza, raffreddore, tosse, dolori muscolari e reumatici. L’essenza di rosmarino si rivela poi utile anche per purificare la pelle e il cuoio capelluto.

Stimolante e tonico: l’olio essenziale di rosmarino agisce sul sistema nervoso centrale e si mostra particolarmente benefico in caso di stanchezza fisica o mentale, nervosismo, scarsa memoria o concentrazione. Ottimo quindi da diffondere quando si studia, si lavora al computer o ci si sente spossati.
Battericida e antivirale: Come la maggior parte degli oli essenziali anche quello di rosmarino ha effetto contro germi e batteri. Utile quindi diffonderlo in caso di malanni stagionali, in combinazione con altre essenze come quelle di eucalipto, pino o timo.
Mucolitico ed espettorante: l’olio di rosmarino è molto indicato in caso di raffreddore o tosse in quanto contribuisce a fluidificare il muco e ne favorisce quindi l’espulsione. A questo scopo, oltre alla classica diffusione negli ambienti, si può utilizzare per fare suffumigi o per bagni aromaterapici utili ad alleviare i sintomi dei malanni di stagione.
Antinfiammatorio e antidolorifico: l’essenza di rosmarino può aiutare ad alleviare le infiammazioni, ad esempio quelle a muscoli o articolazioni, combinando insieme anche un effetto antidolorifico. Ecco perché viene spesso utilizzato, a volte miscelato ad altri oli essenziali, per realizzare massaggi aromaterapici curativi.
Anticellulite: l’olio essenziale al rosmarino contribuisce a combattere i ristagni linfatici e i depositi di grasso e aiuta la circolazione. Si può utilizzare per effettuare un massaggio drenante diluendolo però prima in un olio vettore.
Disintossicante e purificante: l’olio essenziale di rosmarino agisce come un disintossicante naturale ed è ottimo da utilizzare su pelle e cuoio capelluto in quanto antisettico. Utile ad esempio in caso di acne o brufoli, mentre aggiunto ad uno shampoo neutro aiuta la ricrescita dei capelli e agisce come antiforfora.

Come utilizzare l’olio essenziale di Rosmarino

Diffusione negli ambienti:  come per gli altri oli essenziali basta una goccia di olio al rosmarino per ogni metro quadro di ambiente in cui si vuole spargere l’aroma. Ci si può servire di un diffusore a candela, di uno elettrico ma anche più semplicemente delle vaschette d’acqua dei termosifoni per diffondere questa essenza da sola o in combinazione con altre.
Bagno aromatico: il bagno aromatico al rosmarino offre molteplici vantaggi, è tonificante per il corpo e la mente, dona serenità, infonde coraggio ma è ottimo anche per disintossicare l’organismo e alleviare i dolori. Diluite 5 o 6 gocce di rosmarino in uno o due cucchiai di sale integrale e poi versate in acqua calda. Ottimo anche come pediluvio.
Suffumigi: in caso di raffreddore o tosse l’olio di rosmarino può essere utilizzato per fare dei suffumigi solo o in combinazione con tea tree oil o altri oli come timo e eucalipto. Sono sufficienti 2-3 gocce da diluire in un cucchiaio di bicarbonato di sodio e poi versare in acqua bollente. Respirare l’aroma sprigionato coprendosi la testa con un asciugamano e chiudendo gli occhi.
Massaggio antidolorifico: l’olio essenziale di rosmarino si può utilizzare come antidolorifico naturale diluendolo in olio di mandorle, jojoba, arnica o in una crema neutra. Il quantitativo necessario è di 5-10 gocce di essenza per 50ml di olio vettore. Massaggiare delicatamente la zona dolente fino a che l’olio non sia stato ben assorbito.
Massaggio anticellulite: diluite 5 gocce di essenza al rosmarino in un cucchiaio di olio di mandorle dolci e procedete ad un massaggio lento ma deciso nelle zone colpite da cellulite. Il movimento deve essere circolare e partire dal basso per andare verso l’alto. Altri oli indicati contro la ritenzione idrica sono il limone, il cipresso e il pompelmo che potete usare anche in combinazione tra loro.
Bellezza di pelle e capelli: bastano una o due gocce di olio essenziale di rosmarino in una normale crema per il viso per aiutare la pelle a difendersi da acne e brufoli. Per aiutare la crescita dei capelli e migliorare il microcircolo del cuoio capelluto versate invece le gocce nel quantitativo di shampoo adatto alla vostra lunghezza prima di effettuare il lavaggio, lasciare agire qualche minuto prima di risciacquare abbondantemente.

Controindicazioni

Da evitare l’utilizzo dell’olio essenziale di rosmarino in gravidanza e nei bambini sotto i 6 anni. Essendo un olio molto forte e attivo è sempre bene diluirlo in un olio vettore per evitare problemi di sensibilizzazione alla pelle (nel caso ovviamente si decida di applicarlo su alcune zone del corpo). Da evitare assolutamente in caso si soffra di crisi epilettiche dato il suo potere stimolante sul sistema nervoso.

venerdì 20 gennaio 2017

Bardana o Arctium lappa

La bardana è una pianta erbacea biennale, a radice grossa, foglie ovali, lunghe circa mezzo metro, con fusto robusto, alto fino a 1,5 metri e fiori a capolini quasi sferici di color porpora. E’ originario dell’Europa e successivamente è stata introdotta nel nord europa e nel nord dell’Asia. Cresce in terreni ammoniacali, in zone abitate ed è comune nel nostro paese. Fiorisce in luglio ma se ne utilizzano le radici, raccolte in autunno, seccate e conservate in un luogo asciutto.
Il nome Arctium, come tanti altri, fu introdotto nella sistematica da Linneo, ma sicuramente l’origine è più antica. Arctium in greco vuol dire orso. Probabilmente si fa riferimento alla villosità e all’aspetto ispido della pianta. 
Il nome della specie potrebbe derivare dal celtico: llap che in questa lingua vuol dire "mano". Infatti, il fiore, come una mano si attacca a qualunque cosa gli passi vicino. 
Mentre un’altra etimologia lo fa derivare dal greco: labein (attaccarsi), riferendosi sempre al fatto che il frutto si attacca ai vestiti e ai peli degli animali.
La pianta è conosciuta fin dall’antichità come ortaggio e pianta medicinale. Nell’antica medicina popolare era antidoto contro i morsi dei serpenti velenosi e dei cane affetti da rabbia; ciò indica quanto valore si attribuisse alla capacità della bardana di "penetrare" in profondità e di “attaccare” con i fiori uncinati.

La Bardana trova il suo impiego come diuretico, antireumatico e nella cura della pelle in caso di acne o dermatiti.

La Bardana contiene lappina, inulina, acido tannico e sostanze mucillaginose ed è considerata una delle piante depurative più importanti non solo per la nostra tradizione ma anche per la medicina cinese. Da sempre è conosciuta come pianta dermopatica, riscontrando un grande utilizzo nella cura delle dermatosi, acne e dermatite seborroica. Le sue foglie sono cicatrizzanti: si applicano schiacciate sulle piaghe e sulle eruzioni cutanee in genere. La bardana aiuta anche in caso di dolori artitici alle articolazioni. In fitoterapia la Bardana è utilizzata per le sue proprietà ipoglicemizzanti, drenante, ipocolesterolemizzante, e depurativa in generale, favorendo l’eliminazione delle tossine dall’organismo.
Perciò trova il suo impiego:
  • Cure depurative del fegato
  • Acne
  • Dermatiti
  • Eczemi
  • Leggero lassativo
  • Antireumatico
  • Diabete e Iperglicemia
  • Diuretico

Controindicazioni della bardana

Non esistono particolari effetti collaterali o controindicazioni per l'assunzione della bardana. In caso di allergia alle piante della famiglia delle asteraceae, potrebbero verificarsi episodi allergici appunto. Le uniche interazioni note sono con i farmaci ipoglicemizzanti.
Per ulteriori informazioni, ti aspetto in Via Garibaldi, 91 ad Alberobello (BA) presso #erboristeriacantoro

mercoledì 18 gennaio 2017

L'importanza della convalescenza

La convalescenza è il periodo intermedio che si trascorre nei giorni successivi a un intervento chirurgico, una malattia o un trauma fisico.
In tale periodo si è particolarmente esposti a rischio di contagio ad altre malanni e relativamente più deboli.
Telefoni che squillano, notifiche di e-mail, riunioni, scadenze da rispettare: la quotidianità è oggi sempre più frenetica. Pensare di assentarsi dal lavoro per un periodo, anche se breve, sembra un’eventualità da evitare accuratamente. Eppure, complici i viaggi quotidiani sui mezzi pubblici, può succedere l’“irreparabile”: prendiamo l’influenza!
Quindi, se quest’anno ci ritroviamo ad essere tra gli italiani vittime dell’influenza, facciamocene una ragione! Facciamo un respiro profondo e impariamo a prenderci i nostri tempi. Per guarire meglio e prima, infatti, c’è un aspetto che non va assolutamente trascurato: la convalescenza.
La convalescenza è quel momento di transizione che va dalla fine della fase acuta di una malattia alla guarigione completa vera e propria. Insomma, quel periodo in cui stiamo meglio, ma non abbiamo ancora recuperato del tutto un pieno benessere. E questo vale anche per l’influenza. Non esiste una durata prestabilita per la convalescenza: è una necessità soggettiva e dipende molto dalla condizione di partenza del nostro organismo. In genere, quanto più si era debilitati al momento del contagio tanto più lungo sarà il tempo fisiologico di recupero.
Cosa possiamo fare quindi per recuperare appieno le forze e tornare in forma? Ecco le 3 regole d’oro:

1. Riposo 

Non è una medicina, ma una terapia insostituibile. Rilassarsi e non fare attività pesanti o faticose aiutano il nostro organismo e il nostro sistema immunitario a recuperare più in fretta le forze

2. Alimentazione 

La dieta della convalescenza deve essere bilanciata. Particolarmente importanti in questa fase sono le proteine nobili, le vitamine e i sali minerali, di cui sono ricche frutta e verdure fresche di stagione.
In questa fase l’organismo ha bisogno di reintegrare i liquidi che possono essere stati persi durante la fase acuta della malattia. Allora bere fra un litro e mezzo e due litri d’acqua al giorno è la seconda regola preziosa

3. Non avere fretta

Ascolta il tuo corpo e fatti guidare da lui. Il decorso classico dell’influenza, infatti, si compie di solito nell’arco di una settimana. Tutto sommato un tempo ragionevole per non avere fretta. E ricordiamoci: è meglio un giorno in più a casa che un giorno in meno rischiando di incorrere in spiacevoli ricadute. Se ti stai riprendendo troppo lentamente, chiedi aiuto al tuo medico o al tuo farmacista di fiducia che saprà indicarti il consiglio naturale più adatto per tornare in forma.
L’attuazione di questi accorgimenti permette una ripresa efficiente e una guarigione effettiva, cosa che contribuisce a evitare la diffusione del virus nella collettività.
Per ulteriori informazioni, ti aspetto in Via Garibaldi, 91 ad Alberobello (BA) presso #erboristeriacantoro


martedì 17 gennaio 2017

Proteggi il futuro del tuo bambino

L'abuso di antibiotici coinvolge i nostri bambini. Il 70 % dei casi riguarda i più piccoli colpiti da infezioni virali. Un uso sconsiderato di antibiotici crea danni per la sua salute di oggi è di domani. Tutela la salute del tuo bambino e proteggi il suo futuro"
GSE BIOTIC JUNIOR è un integratore alimentare con edulcoranti (xilitolo e glicosidi steviolici), in compresse masticabili a base di Estratto di semi di Pompelmo, Rodiola, Noni, Echinacea purpurea ed Echinacea angustifolia. I componenti dell’Estratto di semi di Pompelmo possono contribuire all’equilibrio microbico dell’organismo.
L’Echinacea (purpurea e angustifolia) e il Noni esplicano effetti benefici sulle naturali difese dell’organismo. La Rodiola, grazie alle sue proprietà adattogene, risulta utile in presenza di stanchezza fisica.
INGREDIENTI
EDULCORANTE: XILITOLO; MALTODESTRINE, RODIOLA (Rhodiola rosea L.) RADICE E.S., NONI (Morinda citrifolia L.) SUCCO DEL FRUTTO POLVERE, POMPELMO (Citrus x paradisi Macfad.) SEMI E.S., AROMI NATURALI, ECHINACEA (Echinacea purpurea (L.) Moench) PIANTA E.S., ECHINACEA (Echinacea angustifolia D.C.) RADICE E.S., AGENTI ANTIAGGLOMERANTI: SALI DI MAGNESIO DEGLI ACIDI GRASSI VEGETALI, BIOSSIDO DI SILICIO, OSSIDO DI MAGNESIO; EDULCORANTE: GLICOSIDI DELLO STEVIOLO.
CONTENUTI MEDIPer 100 gPer dose
giorn. (3 cpr)
Rodiola E.S.4,67 g210,00 mg
Noni polvere4,67 g210,00 mg
Pompelmo semi E.S.4,40 g198,00 mg
Echinacea purpurea E.S.3,20 g144,00 mg
Echinacea angustifolia E.S.1,47 g66,00 m
SENZA GLUTINE – SENZA COLORANTI – SENZA ZUCCHERI – SENZA EDULCORANTI ARTIFICIALI
CONSIGLI PER L’USO
Masticare o sciogliere in bocca una compressa per 3 volte al dì, prima dei pasti principali. Qualora non sia possibile assumere la compressa prima di pranzo si consiglia di assumere una compressa prima di colazione, una a metà pomeriggio e una prima di coricarsi.
Non superare la dose giornaliera consigliata. Gli integratori alimentari non vanno intesi come sostituti di una dieta variata, equilibrata e di un sano stile di vita. Tenere fuori dalla portata dei bambini al di sotto dei tre anni. Il termine minimo di conservazione si riferisce al prodotto in confezione integra, correttamente conservato.

lunedì 16 gennaio 2017

6 regole per prevenire il virus dell'influenza

Per prevenire il contagio del virus influenzale è bene seguire alcune semplici, ma importanti regole.
A prima vista possono sembrare banali, ma molto spesso, basta un po’ di accortezza
per evitare di essere contagiati dal virus o per evitare che si diffonda troppo nell’ambiente
circostante:
1. Detergere le mani spesso e accuratamente con acqua e sapone.
Qual è il modo migliore per lavarsi le mani? Usare acqua corrente e sapone. Strofinare
bene le mani per almeno un minuto , senza dimenticarsi dello spazio sotto le unghie.
2. Evitare i luoghi affollati quando i casi di malattia sono molto numerosi
Questo non vuol dire rinunciare alla propria vita sociale, ma almeno nei periodi di massima
diffusione del virus influenzale, sarebbe bene evitare i luoghi affollati, soprattutto se chiusi
3. Attenzione al contatto con occhi, naso e bocca, facili vie di entrata dei virus.
Per virus e batteri ci sono delle porte di accesso preferenziale al nostro organismo
rappresentate da occhi, naso e bocca. Per questo è importante evitare il più possibile (in
generale, ma soprattutto nel periodo di diffusione dell’influenza) di toccare queste vie
d’accesso con le mani.
4. Riparare la bocca e il naso quando si tossisce o si starnutisce.
L’aria e il muco espulsi con uno starnuto viaggiano a circa di 160 km/h3 e possono arrivare
fino a 8 metri di distanza. Starnutire è un riflesso normale, così come tossire: si tratta di
due mezzi utilizzati dal nostro organismo per espellere gli agenti patogeni, l’importante è
adottare alcune precauzioni per arginare il più possibile il rischio di contagio.
5. Favorire le difese dell’organismo quando si manifestano i sintomi dell’influenza
Normalmente un sistema immunitario efficiente ci difende dalle infezioni influenzali e
parainfluenzali grazie principalmente agli anticorpi ed a particolari cellule “soldato”. Per
favorire le difese dell’organismo, un’alimentazione corretta e bilanciata, particolarmente
ricca di frutta e verdura fresche di stagione, e opportuni integratori alimentari e farmaci a
basso dosaggio, possono rappresentare un’ottima soluzione. In quest’ultimo caso ricordati
di consultare il tuo medico o il tuo farmacista di fiducia che sapranno darti il consiglio
migliore.
6. Conosci la sesta regola?
Innalzare le difese immunitarie ed essere più intelligenti dei virus influenzali. Quando? In
autunno, per un’opportuna protezione; nel caso si contraesse il virus, ai primi sintomi, per
ridurne l’intensità.
Per ulteriori informazioni, ti aspetto in Via Garibaldi, 91 ad Alberobello (BA) presso #erboristeriacantoro

sabato 14 gennaio 2017

Herpes labiale o Herpes simplex

Le labbra per la loro stessa natura e per le funzioni a cui sono preposte, sono spesso oggetto di problematiche legate ad aggressioni da parte di agenti esterni, quali quelli atmosferici (vento, sole, etc.) o da parte di microrganismi. Tra le problematiche che più frequentemente colpiscono le labbra vi è l’herpes labiale, una problematica recidivante.
Degli oltre 70 virus appartenenti alla famiglia delle Herpes viridae solamente sette sono causa di patologie nell’uomo; fra questi troviamo l’Herpes simplex (HSV). Attraverso metodi sierologici è possibile distinguere due tipi di HSV, l’Herpes simplex tipo 1 (HSV-1) e l’Herpes simplex tipo 2 (HSV-2).
Stime correnti indicano che circa il 40-45% della popolazione occidentale va incontro ad episodi ricorrenti di herpes labiale e che la quasi totalità degli adulti risulta infettato da almeno uno dei due tipi di HSV, con una percentuale di infezione da HSV-1 che coinvolge ben il 90-95% della popolazione (l’HSV-2 ha invece una siero prevalenza molto più bassa).
Una così elevata distribuzione di anticorpi specifici nel sangue indica che la stragrande maggioranza della popolazione ha avuto almeno un “incontro” con il virus, magari in forma del tutto silente, senza il manifestarsi delle classiche lesioni erpetiche: questi soggetti sono perciò portatori sani di HSV-1 e come tali potenziali responsabili della sua vasta diffusione.
HSV-1 e HSV-2 sono due virus sierologicamente distinguibili, con differenze sia nelle caratteristiche antigeniche, sia nella patogenicità. Entrambi infettano le cellule epiteliali: l’infezione da HSV-1 colpisce prevalentemente i tessuti orofacciali, mentre il virus HSV-2 intacca le cellule della zona genitale.
Si può quindi affermare che l’Herpes simplex tipo 1 è responsabile delle infezioni labiali, contratto generalmente in modo asintomatico sin dalla prima infanzia, trasmesso direttamente (bacio) o indirettamente (posate, bicchieri, etc.) dalle lesioni erpetiche o anche dalla saliva di portatori sani; mentre le infezioni genitali sono sostenute principalmente dall’herpes simplex tipo 2 (solo il 10% di queste sono causate da HSV-1).
Herpes labiale: un’infezione recidivante
L’herpes labiale, infezione provocata dal virus Herpes simplex tipo 1, è caratterizzata dalla comparsa di gruppi singoli o multipli di piccole vescicole su un’area eritematosa a livello delle labbra e del loro contorno.
Le manifestazioni cliniche sulla cute e sulle mucose sono caratterizzate da una sequenza particolare,riassumibile nella schematica triade: infezione primaria, fasi di latenza e ricorrenti recidive.
I fattori che scatenano le recidive sono di fatto quelli che riducono le potenzialità immunitarie dell’individuo, cosicchè HSV-1, non essendo più contrastato, ha la possibilità di moltiplicarsi, di proliferare, di fuoriuscire dai gangli nervosi, ove si era rifugiato, e di ripresentarsi a livello epidermico. Si intuisce che il rafforzamento dello stato immunologico dell’ospite rappresenta la chiave principale e fondamentale per controllare le recidive dell’herpes labiale.
Nei soggetti con herpes labiale ricorrente, le recidive, con frequenza variabile da individuo ad individuo (il 5% con circa un episodio al mese, il 34% ogni 2-11 mesi, il 61% ogni anno), sono determinate dal fatto che il virus, dopo la guarigione del primo episodio, risale attraverso le fibre nervose sensitive fino ai gangli nervosi dorsali per rimanervi in fase latente.
In pratica l’Herpes simplex si rifugia in un ambiente fortificato, ove né i farmaci né gli anticorpi circolanti possono entrare. Tale caratteristica fa sì che, dopo il primo contatto, il virus rimane nel corpo per sempre, pronto a “riemergere” in superficie qualora l’organismo si venga a trovare in una situazione di particolare debolezza. L’esposizione a fattori di rischio (ad esempio il sole, gli agenti atmosferici intensi, l’abuso di farmaci, l’assunzione di alimenti cui si è intolleranti o allergici), le situazioni di intenso stress o sovraffaticamento o momenti particolari del ciclo femminile, possono infatti fungere da “innesco” e il virus può così tornare a manifestarsi con le classiche lesioni cutanee.
Tra i tanti e vari fattori che influenzano lo sviluppo di recidive, uno dei più determinanti è senz’altro legato all’alimentazione. Oltre ai cibi che possono indurre un’allergia o un’intolleranza, ponendo perciò sotto stress il sistema immunitario, si è evidenziato che una dieta ricca dell’aminoacido arginina, abbondante ad esempio in noci, arachidi, cioccolato e vino rosso, può fungere da innesco per la riattivazione virale (la replicazione di HSV richiede infatti la sintesi di proteine ricche di arginina).
Al contrario, l’integrazione con supplementi di lisina, aminoacido che compete con l’assorbimento intestinale dell’arginina, è risultata utile nell’inibire le recidive dell’herpes labiale.
Il trattamento dell’herpes labiale con la medicina convenzionale
L’infezione erpetica labiale ha una durata media di 8/10 giorni, ha una sintomatologia decisamente fastidiosa ed è spesso responsabile di disagi psicologici che sono conseguenza delle alterazioni estetiche. È comprensibile, quindi, che la persona che ne è affetta ricerchi un trattamento locale che risolva rapidamente i fastidi e l’inestetismo.
A questo proposito la medicina convenzionale propone la somministrazione di pomate a base di antivirali, che portano frequentemente a sensibilizzazioni oltre ad essere all’origine dell’insorgenza di problematiche di resistenza.
Da qui l’importanza di avere a disposizione valide alternative nel trattamento dell’herpes labiale: a tal fine la natura può perciò ancora una volta correre in aiuto, con elementi di provata efficacia.
La natura ti aiuta nel caso di herpes labiale.
Per ulteriori informazioni, ti aspetto in Via Garibaldi, 91 ad Alberobello (BA) presso #erboristeriacantoro

giovedì 12 gennaio 2017

Tea tree oil, estratto dalla Melaleuca alternifolia

L'olio essenziale di tea tree, o tea tree oil, è ricavato dalla Melaleuca alternifolia, una pianta della famiglia delle Mirtaceae. Conosciuto per le sue numerose proprietà, è utile in caso di funghi, micosi, mal di gola, febbre, gengiviti e afte. Scopriamolo meglio.

Proprietà e benefici dell'olio ssenziale di tea tree

Antibiotico, in aromaterapia, per tea tree oil s’intende l’olio essenziale estratto dalla pianta di Melaleuca, uno dei più potenti, in virtù dell'azione antibatterica, antivirale e antifungina ad ampissimo spettro. Per uso interno 2 gocce in un cucchiaino di miele è indicato in caso di infezioni delle vie respiratorie, che provocano faringiti e tonsilliti, febbre, bronchiti, raffreddore, mal di gola, cistite, candidosi e herpes. Per uso topico, è impiegato come antifungino contro funghi della pelle e  micosi delle unghie, come antivirale su herpes, porri e verruche, infine come antibiotico su piaghe infette, ferite, ustioni e piorrea.
Mucolitico, i suoi vapori possono garantire benessere per la respirazione e combattere le sindromi influenzali caratterizzate dalla presenza di muco e catarro. Infatti, se inalato, è in grado di svolgere un’efficace azione fluidificante ed espettorante sulle vie respiratorie, e come tutti gli olii balsamici, agisce sul naso chiuso ed eccessive secrezioni bronchiali.
Antinfiammatorio: non essendo irritante, il tea tree oil è consigliato per l'uso locale su zone particolarmente delicate come le mucose di bocca, vagina e ano. Su questi tessuti molli, oltre a svolgere attività antisettica, aiuta a sfiammare in caso di irritazioni, gengivitiafte, leucorrea, bruciori e pruriti, ragadi, foruncoli, utile anche contro gli ascessi dentali. Per questa tipo applicazione è necessaria la veicolazione in gel di aloe puro.
Antiparassitario:  il tea tree oil è impiegato come rimedio efficace contro le infestazioni di pidocchi, che possono colpire adulti e bambini in età scolare e i parassiti degli animali.

Controindicazioni dell'olio essensiale di tea tree

Alle giuste dosi, l'olio essenziale di tea tree è generalmente atossico. Come tutti gli oli essenziali, può provocare reazioni allergiche cutanee e disturbi digestivi con nausea e vomito se dato a dosi eccessive. Il Tea Tree Oil, è controindicato in gravidanza, durante l'allattamento e in pazienti con insufficienza epatica e renale e, in genere, è assolutamente sconsigliato, per via orale, a tutti i bambini al di sotto dei 5 anni.

Cenni storici

In Australia, gli aborigeni della tribù Bundjalung fin dai tempi antichi hanno utilizzato le foglie della melaleuca, in quanto ricche in olio essenziale, e ne hanno trasmesso la conoscenza fino ai nostri giorni, quando la scienza ne ha dimostrato le numerose proprietà benefiche. Definito come "il guaritore più versatile della Natura" dagli antichi australiani, veniva da loro utilizzavano per curare ferite, piaghe, ulcere e per tenere lontani parassiti e termiti.
Il curioso nome di "albero del tè" (Tea Tree) gli è stato attribuito, dallo scopritore dell'Australia, James Cook, che imparò a preparare, imitando le usanze locali, un infuso rinfrescante con le foglie di quest'albero, dalle proprietà curative ed antisettiche.
Il tea tree oil contiene 48 composti organici, ma le sostanze più significative per la sua attività terapeutica sono due in particolare: il terpinene e il cineolo. Questi due principi attivi devono essere presenti nel prodotto finito in percentuali ben precise, in quanto indici di qualità dell'olio essenziale. Il governo australiano ha, infatti, stabilito per legge che, per essere classificato come Tea tree oil, l'olio essenziale di melaleuca deve contenere oltre il 30% di Terpinene e meno del 15% di Cineolo (poiché esso sarebbe irritante se presente a concentrazioni maggiori), rispettando l'equilibrio che troviamo in natura.