mercoledì 14 dicembre 2016

Corteccia di China e le sue virtù.

Sin dall’antichità la China era apprezzata per le sue proprietà antimalariche, antidolorifiche e antifebbrili che l’hanno resa una delle droghe più importanti. Scopriamo tutte le virtù di questa pianta così utilizzata in erboristeria e fitoterapia.
Nella storia della medicina pochi farmaci possono essere considerati una vera pietra miliare come la corteccia di china. Analogamente ad altri prodotti, la scoperta delle sue proprietà terapeutiche, pur risalendo a meno di quattro secoli fa, è avvolta nella leggenda. 
Una delle versioni narra che in Perù, a seguito di un terremoto, diversi alberi di china caddero in un laghetto rendendone amare le acque. Dopo qualche tempo, gli indigeni della zona notarono che alcuni animali ammalati se si abbeveravano di quelle acque guarivano miracolosamente. Un soldato spagnolo affetto da malaria, venne perciò medicato dagli indigeni con l’acqua amara. Guarito che fu, l’uomo consigliò la preparazione ad altri suoi connazionali, colpiti dalla stessa malattia, fra i quali la contessa di Chincon, seconda moglie del vicerè del Perù. Fu in seguito a questi eventi che la china arrivò in Europa: secondo alcuni introdotta personalmente dalla nobildonna (Linneo nel XVIII sec. catalogherà l’albero della china come “Chinchona” in suo onore), secondo altri per mano dai Gesuiti di Lima (la droga verrà chiamata anche “polvere dei Gesuiti”).
La corteccia, toccasana contro la malaria, giunta in Spagna verso la metà del Seicento, all’inizio stentò ad imporsi, sia per l’opposizioni dei medici umorali che la ritenevano inadatta a curare un accumulo di umori caldi (febbre), sia per l’errata somministrazione nei modi e nelle dosi. Questa disputa durò per un trentennio, fino a quando l’inglese Robert Talbor, spacciandosi per medico e somministrando la “polvere dei Gesuiti”, guarì dalla malaria il re inglese Carlo II, il delfino del re francese Luigi XIV e altri aristocratici europei. La ricetta con la quale l’avventuriero britannico divenne ricchissimo derivava da un’infusione di china, “addolcita” con petali di rosa, succo di limone e finocchio. Nel Settecento, il costo della china era così alto, che la Spagna ricavava più denaro dalla vendita della sua corteccia di quanto ne guadagnasse dall’argento estratto nelle colonie americane. Ai primi dell’Ottocento la china si affermò come bevanda dalle fantastiche virtù digestive e taumaturgica, così testimoniate nelle pagine del trattato di Barbier (1837): “ha una facoltà tonica… sotto la sua influenza i tessuti degli organi si affermano perché la loro energia vitale aumenta… esercita un’azione evidente sull’apparato circolatorio cui conferisce forza… virtù utile nei fenomeni fisiologici ricorrenti.” Secondo gli studi medici del tempo la china era inoltre consigliata sia per aumentare i flussi mestruali, sia quale rimedio nei deperimenti organici e nelle consunzioni derivate da eccessi sessuali. 
Per tutto il XIX e XX sec. da sola o associata al ferro, la china rappresentò uno dei ricostituenti più popolari per risolvere le astenie sessuali e i casi d’impotenza d’affaticamento.
Con il nome China ci si riferisce ad una pianta arborea appartenente alla famiglia delle Rubiaceae originaria delle Ande, la Cinchona, da secoli utilizzata come aperitivo e digestivo, molto usata anche in erboristeria per le sue proprietà eupeptiche e soprattutto antimalariche. La maggior parte dei principi attivi della pianta sono concentrati nella corteccia, ricca di alcaloidi chininici, tannini, oli essenziali, resine e sostanze amare dalle molteplici virtù benefiche per la salute umana.

Proprietà della China e utilizzi:

Sia dal punto di vista liquoristico che erboristico, si tratta di un ingrediente molto utilizzato come aperitivo e digestivo naturale poiché i suoi principi attivi aumentano le secrezioni dello stomaco favorendo la digestione e proteggendo le mucose gastriche. La sua principale applicazione in medicina deriva dalle virtù antimalariche, antidolorifiche e antifebbrili.
Da essa, infatti, si ricava il ‘chinino‘, un antimalarico naturale. Oltre a queste applicazioni, la China è una droga apprezzata anche per contrastare la pressione bassa ed è utilizzata in campo cosmetico per la produzione di prodotti dedicati al trattamento dei capelli grassi. 

Le controindicazioni della China:

E' sconsigliato l’uso in gravidanza e allattamento. L’assunzione di estratto di china può provocare reazioni allergiche e intolleranze gastriche fino ad ulcera peptidica.


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