lunedì 2 gennaio 2017

Afonia: ... e la voce se ne va.

Afonia: un colpo d'aria, l'uso eccessivo delle corde vocali, una laringite ... e la voce se ne va.
A molti capita almeno una volta all’anno di restare con un filo di voce, o addirittura del tutto afoni. Le categorie di persone maggiormente colpite dall’afonia è quella degli insegnanti, ma non ne sono indenni i cantanti, gli avvocati e tutti coloro che usano molto la voce, vuoi per la professione oppure semplicemente perché chiacchierano parecchio. In ogni caso dover ricorrere ai gesti o a carta e penna per poter comunicare è una delle sensazioni di maggiore impotenza che si possa sperimentare. Prevedere quando la voce tornerà a farsi sentire è assai difficile. A volte la mancanza della voce si protrae per settimane, soprattutto se la stagione è particolarmente fredda e se i colpi d’aria sono all’ordine del giorno.
L’abbassamento o scomparsa totale della voce è causata, in genere, da una laringite, e cioè dall’infiammazione dell’organo che ci permette di emettere dei suoni, la laringe. Questa infiammazione, che spesso tende a diventare cronica, provoca raucedine e modificazioni della voce. Il freddo, il parlare a lungo, il cantare, sono tutti fattori che possono peggiorare questo fastidioso problema. Quando l’afonia o la raucedine sono ripetute e persistenti, una volta escluse patologie più gravi come noduli alle corde vocali, polipi e problemi alla tiroide, è possibile che la causa del problema sia da ricercare in un difetto di fonazione. In questo caso si dovrebbe consultare un esperto di ortofonia, il quale può insegnare al paziente tecniche per parlare senza affaticare la laringe.
La medicina naturale offre un ottimo rimedio per curare l’infiammazione della laringe: l’erisimo. Si tratta di un’erba appartenente alla famiglia delle brassicaceae (la stessa dei broccoli e del cavolo), che per la sua sorprendente virtù di restituire la voce viene detta l’erba dei cantanti. Questa pianta, molto utilizzata nella medicina popolare dei Paesi anglosassoni, è ricca di un olio essenziale di composti solforati, che le conferiscono il caratteristico odore di zolfo. E’ antinfiammatoria, antitussiva ed emolliente, risulta molto utile nel trattamento di raucedini e afonie in quelle persone che, usando parecchio la voce, presentano secchezza, dolore e forte infiammazione alla laringe.
La pianta di erisimo dovrebbe essere consumata fresca in tisana, perché l’essiccazione degrada buona parte dei suoi principi attivi. Per questa ragione e anche per il fatto che l’odore che ha non è molto gradevole,è preferibile utilizzare la tintura madre, ossia l’estratto idroalcolico da pianta fresca. Occorre assumerne 30 gocce, 3 volte al giorno, sciolte in un po’ d’acqua o in un cucchiaio di miele. A questi dosaggi l’erisimo non dà effetti collaterali e non è tossico. Per le proprietà mucolitiche ed espettoranti che ha, la pianta rientra anche nella formulazione di sciroppi e colluttori per la cura di affezioni bronchiali acute e benigne delle tracheiti, oltre che come sintomatico nella tosse dei fumatori. Il suo nome deriva dal greco “Eruo” io salvo e “Oimos” il canto.

Nessun commento: